Nessuna certezza per il futuro del palaghiaccio
Accesa discussione in commissione sport sul futuro dell’impianto di via Albani. Sparito il pool di privati si affaccia la scelta di Aspem. Per gli urgenti lavori di messa a norma, però, non ci sono decisioni
Quale futuro per il palaghiaccio di Varese? Della sorte dell’impianto sportivo di via Albani si è discusso vivacemente in commissione sport : «La richiesta di far luce sulla questione è arrivata dai Ds e dalla Margherita – spiega Fabrizio Mirabelli, consigliere dei DS – perché erano dieci mesi che non se ne parlava più. E dopo dieci mesi cosa abbiamo scoperto? Che la cordata di privati che sarebbe dovuta subentrare nella gestione si è dissolta come neve al sole. Probabilmente non era riuscita ad ottenere le garanzie necessarie per accollarsi gli oltre 8 miliardi di spese straordinarie che il palaghiaccio necessita con urgenza».
La situazione è ormai notoria: l’impianto sin dagli anni ’80 è stato trascurato dalle varie amministrazioni comunali e i danni strutturali si sono moltiplicati fino ad arrivare ai giorni nostri ad una situazione limite. I problemi principali riguardano la copertura in legno lamellare ormai pieno di infiltrazioni e che potrebbe cedere con una nevicata abbondante. La situazione, per un impianto frequentato dai 48 mila ai 55 mila utenti all’anno, è preoccupante. Così in commissione sport a parlare del caso del Palalbani si sono presentati gli assessori allo sport Caccianiga, ai lavori pubblici Fidanza, al bilancio Soletta e agli affari legali Taddei. «Siamo ben coscienti della situazione limite del palaghiaccio – spiega Marco Caccianiga – ma sappiamo anche che non è possibile intervenire sul palaghiaccio interrompendo l’attività. Sarebbe come condannare all’inattività migliaia di persone che hanno nella pista di ghiaccio l’unica possibilità sul territorio e nella piscina una delle poche della città. Il nostro compito è quello di individuare un gestore entro il 30 giugno, un gestore che si faccia carico delle opere di messa a norma. E questo gestore potrebbe essere Aspem, che si è dimostrata interessata».
Una scelta che l’opposizione vede con sospetto: «È un altro escamotage per rimandare nel tempo la decisione. Magari sperano di rinviare fino a scaricare la patata bollente sulla prossima giunta. Peccato, però, che a ottobre la squadra di hockey inizierà il campionato di serie A e nel 2006 ci sono le olimpiadi con la possibilità di ospitare le squadre di Canada e la Svezia con una ricaduta turistica importantissima».
Preoccupazioni che l’assessore allo sport non condivide: «La tenuta della struttura non è così disastrosa. Il tetto è effettivamente malmesso ma, in caso di nevicata, sarebbe sufficiente ripulire la superficie. Stiamo inoltre valutando un sistema di serpentine che, riascaldandosi, scioglierebbero la neve. Insomma, non c’è alcuna emergenza. L’unica nostra preoccupazione è quella di fare tutti i lavori necessari mantenendo la struttura aperta. Perché se anche dà lustro il fatto di ospitare Canada e Svezia, se anche è entusiasmante rivedere l’hockey di serie A, quello che più ci preme sono le migliaia di amatori che utilizzano quotidianamente la struttura».
E per il palaghiaccio si apre una nuova stagione di commissioni di valutazione. Speriamo l’ultima
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