Summit di medici contro le malattie infettive
Asl, ospedali e Provincia contro Sars, meningite e altre patologie. E' la prima iniziative del genere in italia
Mai più impreparati. Questo è il messaggio che sembra giungere dal mondo sanitario dopo la difficile situazione meningite creatasi l’inverno scorso e in previsione di un’emergenza Sars in autunno. L’azienda sanitaria di Varese, prima in Italia, ha avviato un tavolo tecnico permanente che mette in rete i tecnici dell’azienda, i primari dei reparti di infettivologia degli ospedali di Varese e Busto e rappresentanti della Provincia. Compito del tavolo, come già avvenuto in passato proprio mentre impazzava la psicosi meningite, è di pianificare gli interventi nel campo delle malattie infettive dando preparazione e formazione ai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. L’obiettivo è quello di far lavorare in modo sinergico tutti gli operatori sanitari presenti sul territorio mettendo a loro disposizione professionalità e specializzazione. «Il campo delle malattie infettive è molto delicato – commenta Giuliano Rizzardini, primario di Busto – a lui si riconduce il 30% delle morti a livello mondiale ed è in continua evoluzione. Negli ultimi vent’anni si sono scoperti una ventina di nuovi agenti patogeni. Il sistema sanitario italiano è l’unico al mondo che destina parte delle proprie risorse e professionalità a questo settore con reparti e letti ad hoc negli ospedali. L’esperienza di Varese è un ulteriore passo in avanti nel campo della prevenzione».
L’intento del direttore generale dell’Asl Pierluigi Zeli, coadiuvato dal direttore sanitario Fabio Banfi, è proprio quello di fornire alla popolazione un strumento di tutela, anche al fine di bloccare dispersioni incontrollate di notizie che ingenerano paura. E proprio a questo riguardo è stato invitato al tavolo tecnico anche la Provincia nella persona dell’assessore ai servizi sociali Rienzo Azzi: «Noi ci faremo carico di far conoscere alla popolazione cosa sta succedendo per mantenere un clima sereno».
Il tavolo tecnico si sta quindi preparando ad affrontare quella che sembra la “grande minaccia” dell’autunno: il possibile arrivo della Sars in un periodo già problematico a causa dell’epidemia influenzale: «Quest’anno abbiamo avuto una copertura vaccinale del 57,3% delle persone appartenenti alle fasce a rischio – spiega Banfi – in autunno ci stiamo organizzando per estendere anche ad altre fasce l’invito alla vaccinazione, accordandoci con i medici di base purché soddisfino la richiesta di chiunque. Abbiamo compiuto già altri passi: i medici di medicina generale stanno concludendo un corso di aggiornamento proprio sulla Sars, corso che sarà esteso ai pediatri nel novembre prossimo. Inoltre, abbiamo avviato una rete territoriale capillare attraverso i medici di base per conoscere esattamente la situazione epidemiologica in ogni momento».
Varese all’avanguardia, dunque, anche a causa della presenza dello scalo intercontinentale di Malpensa che porta la globalizzazione batterica. Ma ad inquietare il primario del Circolo Paolo Grossi in questo momento non è la meningite, la tubercolosi o tanto meno la Sars: «Stiamo assistendo ad una nuova impennata dei casi di Aids. E la cosa preoccupante è che la percentuale tra le fasce non a rischio è salita al 38%. Di Aids non si parla più. Ma la situazione oggi è quella della metà degli anni ’80, quando era emergenza».
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