La scultura “cambia faccia”. Al posto del sindaco un bimbo adottato a distanza

L'immagine di un piccolo ugandese adottato dal comune sostituirà nell'opera d'arte il volto del sindaco, che fece scalpore qualche settimana fa

“Ogni singolo cittadino può diventare sindaco”. Era questo il messaggio della tanto criticata opera dello scultore Macalli, dal momento che sulla facciata della scultura compariva in bella mostra un primo piano dell’attuale sindaco, Dario Clivio (foto). Prima l’inaugurazione, nel corso della manifestazione “Orino Borgo d’arte”. Poi la scultura venne rimossa dallo stesso primo cittadino, imbarazzato dai commenti del paese, che la bollò come un’opera troppo “auto celebrativa”. Ma una soluzione a questa impasse si è trovata. L’immagine poco politically correct dell’amministratore sorridente verrà presto sostituita con quella di un bimbo adottato a distanza. “Una soluzione che vuole essere non solo un semplice rimedio all’opera stessa, ma soprattutto un atto di sensibilità sociale nei confronti di chi ha bisogno – spiega il sindaco – , oltre all’invito rivolto agli altri miei 8.000 colleghi sindaci che sono presenti in Italia a fare altrettanto. Assieme ai consiglieri e grazie alla collaborazione di Don Gianni, parroco di Cadegliano Viconago e in contatto con associazioni che si occupano del sostentamento di bambini nel terzo mondo, avevamo da tempo deciso per l’adozione a distanza di un bambino, dandogli la possibilità di studiare, assicurandogli quindi un futuro”. Poi il problema della statua e la decisione di sostituire la discussa immagine del sindaco con quella di un “orinese d’adozione”. Come l’hanno presa gli orinesi? “La notizia non è ancora stata resa pubblica, ma so per certo che il cuore dei miei concittadini è aperto ad iniziative di questo tipo – spiega il sindaco – . Martedì prossimo, il 7 ottobre, nella sala consiliare avverrà comunque un incontro pubblico per spiegare l’iniziativa assieme a Don Gianni. Avremo così la possibilità di ascoltare direttamente il parere dei cittadini”. Così, con un modesto contributo annuale un piccolo ugandese, ospitato da una missione di suore comboniane vicino a Kampala, avrà la possibilità di studiare. E se in futuro il bambino volesse divenire cittadino orinese? “Ne saremmo fieri – conclude il sindaco – e, se ciò avvenisse, perché non votarlo se si candidasse alle elezioni? Del resto, con la sua foto sulla scultura, realizzerebbe proprio il messaggio prospettato dall’autore dell’opera”.

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Pubblicato il 02 Ottobre 2003
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