«Una polemica di cattivo gusto»

Il sindaco Gilli risponde all'esponente del centrosinistra Proserpio e ribadisce le proprie posizioni in merito all'idea di passare sotto la provincia di Como

riceviamo e pubblichiamo

L’avv. Proserpio redivivo, con l’eleganza che ormai lo contraddistingue e con l’evidente desiderio di tornare alla ribalta su una passerella ben illuminata, comunica urbi et orbi il suo pensiero sulla questione delle circoscrizioni provinciali.
Diméntico del suo affannarsi – nella sfortunata per lui campagna elettorale politica del 2001 – a spiegare la disgraziata situazione confinaria della nostra città, ben nota anche a me ed a chiunque si occupi di minima amministrazione, non ha gradito le mie riflessioni e, dopo la rituale attribuzione di colpe al Sindaco di Saronno ed al Deputato del Collegio, null’altro trova da suggerire che lavorare di sonda… Lui, di certo, ne è esperto, poiché l’incidenza delle sue riflessioni in punto è rimasta invisibile; come pure invisibile è la sua conoscenza dell’attività svolta dall’Amministrazione Comunale, che è fortemente impegnata in contatti ed accordi intercomunali ed interprovinciali, come mai avvenuto prima.
Insomma, siamo alla solita polemica, anche di cattivo gusto, che fa perdere la rotta: un’esigenza comune, da tutti sentita, viene trasformata in occasione di nuove divisioni, di distinguo e di rivendicazioni di primogeniture..
Se, invece, si volesse ragionare, forse si capirebbe qualcosa di più degli slogan e dei pregiudizi.
In questi cinque anni di amministrazione, mi sono reso conto dolorosamente di quanto siano bloccanti ed impedienti le barriere della geografia politica; Saronno, per chi non lo sapesse, si trova al centro di tre province (fra poco quattro, con l’istituzione della provincia di Monza) e, soprattutto, insieme agli altri cinque comuni "varesini" del Saronnese (Uboldo, Gerenzano, Cislago, Caronno Pertusella ed Origgio, circa 90.000 abitanti), costituisce una specie di enclave della Provincia di Varese, da cui è praticamente separata.
La configurazione provinciale rende Saronno lontana dal capoluogo, la pone in posizione eccentrica, al di fuori degli interessi della provincia stessa, che è dominata da altre grandi città, molto più omogenee (Varese, Busto Arsizio, Gallarate).

Il circondario del Tribunale (che, fino all’istituzione della Provincia di Varese, 1927) era ampio, è stato ridotto a 6 Comuni; l’Ospedale "attaccato" a quello di Busto Arsizio; Enti importanti non trovano conveniente aprire una sede distaccata a Saronno, perché al centro di un piccolo circondario varesino di soli sei Comuni; qualche sportello è già stato chiuso (penso all’ESATRI, all’ENEL, alla TELECOM); le scelte di ampio respiro fatte dalla Provincia di Varese trovano limiti oggettivi nella particolare posizione eccentrica della città; penso alla viabilità, che soffoca la città, e che non può che essere vista in chiave comprensoriale e pluriprovinciale; i bacini fluviali (il nostro è quello del Lura) non corrispondono a quelli amministrativi (sicché il Genio Civile di Varese sistema gli argini del torrente Lura, ma si ferma nel bel mezzo di una pericolosa ansa, perché lì c’è il confine con Como…); ecc., ecc., ecc.
Per contro, Saronno è al centro di un comprensorio di fatto, di un bacino di utenza di 150.000 persone almeno, corrispondente più o meno all’ex USL n. 9 ed al Distretto Scolastico n. 9, composti da 20 Comuni, di cui 9 in provincia di Como, 6 in provincia di Varese, 5 in Provincia di Milano; è il principale nodo ferroviario delle FNM; possiede praticamente tutte le scuole medie superiori, frequentate nemmeno per il 50% da studenti della provincia di Varese; appartiene alla Lura Ambiente s.p.a., che si occupa della depurazione (2 Comuni varesini, 7 comaschi); idem per il parco del Lura; siamo stati inseriti nei Comuni dell’asse del Sempione, con gli obblighi di blocco del traffico, al centro di una zona omogenea in cui però i Comuni comaschi e milanesi non sono compresi.
Insomma, siamo al centro di un pasticcio amministrativo, in forza del quale abbiamo anche il prefisso telefonico di Milano ed appartenevamo al Distretto Militare di Como, pur essendo in provincia di Varese; i Carabinieri della nostra Compagnia hanno competenza sino alle porte di Varese, ma non possono intervenire, p.e.s., a Rovello Porro o a Ceriano Laghetto, che confinano con Saronno…; Saronno dipende dalla Conservatoria dei PP.RR.II. di Milano 2; altri Comuni contermini da Varese o da Como….

L’idea di passare alla provincia di Como, seppure opinabile, ha dalla sua alcuni vantaggi: il capoluogo è più vicino a Saronno e più facilmente raggiungibile; Saronno sarebbe la seconda città di quella provincia e, con gli altri 5, avrebbe un peso notevole; il sistema scolastico superiore si equilibreberebbe verso il suo naturale bacino di utenza (tra Saronno e Como non ci sono scuole medie superiori); il distretto sanitario si amplierebbe a molti Comuni comaschi; l’Ospedale potrebbe riacquistare autonomia; alcuni Enti Pubblici rilevanti, con un bacino di utenza molto più ampio, potrebbero aprire sedi distaccate a Saronno; il territorio rispecchierebbe la geografia fluviale e sarebbe più compatto; sarebbe l’occasione per la riorganizzazione dei servizi giudiziari (ma all’avv. Proserpio, che Deputato non è stato eletto, nemmeno è piaciuto che l’On. Airaghi abbia presentato una proposta di legge circa il Tribunale di Saronno, sulla scorta delle proposte elaborate dallo stesso Proserpio; forse la firma di Airaghi, che ha riconosciuto il problema e la validità delle soluzioni già studiate, non è altrettanto degna? Ha fatto male il nostro Deputato ad occuparsi del suo territorio? O solo altri ne hanno il monopolio?); la viabilità provinciale e statale sarebbe governata da un ente in meno.

Io ritengo che l’ingresso in una provincia a poco a poco ridotta (Como, sino agli ’20, comprendeva anche le attuali province di Sondrio, Lecco e, in parte, Varese, tra cui Varese città) possa contribuire in modo potente a ridare peso, autorevolezza e slancio a Saronno ed al Saronnese, che avrebbero il loro peso adeguato a livello superiore.
La provincia di Milano, invece, soffre già di eccesso di grandezza, ci confonderemmo con la grande città; mentre Monza è scomodissima da raggiungere (non c’è neppure il treno) e Saronno non ha mai fatto parte della Brianza.
Queste sono le motivazioni, succintamente riassunte, che stanno alla base delle mie riflessioni; indubbiamente, vi possono essere molti ragionamenti contrari; l’importante, però, a mio avviso, è che si riesca a dar vita, almeno nella pratica (se non amministrativamente), ad una mentalità comprensoriale, che permetta alla nostra città ed ai tanti paesi che vi fanno di riferimento di assumere insieme decisioni di più ampio respiro, oggi oggettivamente complicate dai confini; questo è il mio scopo primario, per cui ho tanto insistito in questi anni, con il conseguimento di qualche buon risultato: che, poi, lo si possa raggiungere stando in una provincia o in un’altra è relativamente importante; l’essenziale è che si riesca a collaborare tra Comuni; altrimenti, faremo tutti la fine dei polli di Renzo (che, con buona pace dell’avv. Proserpio, non mangiavano panettoni).
Grato per la collaborazione, porgo gli auguri di felice 2004

Avv. Pierluigi Gilli
Sindaco della Città di Saronno

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Pubblicato il 31 Dicembre 2003
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