Le aziende varesine: «Una scelta giusta»
Positive reazioni da parte di Univa e Ascom alla decisione di Villa Recalcati
La decisione di non vessare le imprese con l’aumento dell’addizionale Enel relativo ai consumi elettrici per scopi produttivi è accolta con evidente soddisfazione dal mondo economico varesino.
Da varie parti del mondo imprenditoriale si erano levate voci preoccupate verso questo possibile ulteriore appesantimento della competitività delle imprese del Varesotto. Un aspetto che rischia di definire un gap vistoso in un momento in cui si affacciano sul mercato internazionale nuovi e agguerriti competitori.
L’Unione degli Industriali di Varese nei giorni scorsi ha voluto incontrare il presidente Reguzzoni proprio al fine di rimarcare le preoccupazioni delle imprese. Comprensibili dunque le reazioni positive alla notizia diffusa da Villa Recalcati: segno, rileva Univa, di una condivisione da parte dell’amministrazione provinciale della priorità di difendere la competitività imprenditoriale del territorio.
«L’aumento – dichiara in una nota Antonio Colombo, direttore Univa – avrebbe ulteriormente pregiudicato la competitività del sistema produttivo locale già costretto a sostenere un costo per l’energia tra i più alti d’Europa anche a motivo del peso del fisco sul kilowattore».
«La nostra Unione Industriali ha lavorato intensamente, negli ultimi anni, per favorire il contenimento dei costi energetici per le imprese, attraverso il consorzio d’acquisto Energi.Va e, da ultimo, attraverso la società Espansione Srl, operatore grossista sul mercato liberalizzato dell’energia elettrica. Sarebbe stato un vero peccato se gli sforzi compiuti fossero stati in buona parte vanificati dall’aumento dell’addizionale provinciale».
Sulla stessa linea si trova l’Associazione dei commercianti: «In dicembre siamo trasaliti di fronte alla possibilità di un aumento: legittimo, certo, ma assolutamente in contrasto con le esigenze contingenti», ricorda il direttore Sergio Bellani.
Anche da parte di Ascom c’è stata una qualche forma di pressione nei confronti di Villa Reclacati, nel timore che l’aumento ipotizzato potesse fare anche da freno "psicologico" all’investimento.
«Sarebbe buffo, poi – continua Bellani – che in un momento in cui ci si avvia alla liberalizzazione dell’energia e si spingono gli imprenditori ad acquistarne, li si frustri con aumenti del genere sui consumi».
Certo, la decisione non tocca direttamente i commercianti ma l’effetto sarebbe consistente anche per loro: «È un problema inflattivo, perché ci arriverebbero merci più costose e non è il modo questo per difendere la nostra economia».
Ma alla base rimane il profilo politico del problema: quello del finanziamento degli enti locali, dopo il taglio dei trasferimenti da parte dello Stato degli ultimi anni.
«Un problema – scrive ancora Colombo – che assume i contorni della beffa per una provincia, come quella di Varese, che versa allo Stato molte più risorse di quelle che riceve. Si tratta di un problema che deve essere affrontato e risolto nell’ambito dell’attuale confronto politico sul tema della riforma dello Stato in senso federale, che non può evidentemente prescindere dal federalismo fiscale.
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