Calde mani modellano il plexiglass: le sculture di Dunja Arnolj

Alla Sala Nicolini di Biumo Inferiore la prima esposizione di una pranoterapeuta dedita all'arte


Utilizza le mani per impregnare i corpi di energia benefica, pranoteraupeta applicata alla veterinaria. Ma le sue opere sono tutt’altro che un vettore di calore. Le sculture di Dunja Arnolj, modellazioni tridimensionali in plexiglass, in mostra alla Sala Nicolini a Biumo inferiore fino a mercoledì 7 luglio, stanno facendo parlare di sé, tanto da attrarre anche le telecamere della Rai. 
Lei è figlia d’arte, di un pittore e scultore, accademico di Lubiana. 
Sempre avuto un pallino per l’arte, ma si dedica ad altre attività: dirige fino a poco tempo fa uno studio professionale milanese, nel frattempo sviluppa le sua facoltà pranoterapeutiche sulle adorate bestiole, senza distinzioni, cani, gatti, conigli, serpenti. 
Poi nell’autunno scorso recupera alcuni vecchi oggetti di plexiglass e si riaccende una antica passione. 
Una passione divorante: «Il plexiglass mi attira, è freddo, duro, in certi suoi aspetti ritrovo il mio carattere. Ma poi una volta lavorato diventa una materia splendida, docile, elegante».
Elegante, estetizzante, perfezionista, precisa lo è anche lei nella vita, nell’organizzazione della casa, nella intelligenza delle forme del suo giardino. Una architettura mentale fatta più di istinto e naturalezza che di calcoli fatti al tecnigrafo.
«Le sculture nascono nella mia mente. Ho la fortuna di conoscere un tecnico in grado di tagliare il plexiglass esattamente secondo i miei desideri. Io vado da lui gli sottopongo la mia idea ed è in grado di tagliare la materia perfettamente». Nessun disegno, nessuno progetto, solo la platonica idea mentale.
Poi lei con strumenti più agili provvede a modellarli, a smerigliarli e curvarli infine ad assemblarli. Opere con riferimenti figurativi, altre che transitano più verso soluzioni astratte. Un geometrismo spezzato, dalle superfici ora impalpabili e trasparenti ora più materiche, ondulate, smosse. 
Ma sono sculture o raffinati oggetti da design sofisticato? «È arte – incalza lei – c’è la mia anima, non potrei fare uno stesso oggetto due volte, ogni creazione ha vita a sé»
«E sono la prima ad aver fatto del plexiglass un materiale d’arte». Non è certo la prima ad utilizzare materiale industriale, anche di scarto. 
Già Cesàr in realtà lo aveva adoperato «ma non in questi termini!» ribatte sempre più decisa. 
E’ la sua prima mostra in assoluto. Lei ci crede e come si diceva anche le telecamere del tg Rai regionale si sono mosse per andare a vedere. 
Vuol dire che qualcosa è successo, lì nelle sale Nicolini.

Fino a mercoledì 7, dalle 17 alle 20.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Luglio 2004
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