Capita che un volontario ti parli del suo lavoro facendoti vedere immagini di povertà, o ti spieghi gli effetti della fame o i drammi dell’Africa. Ma succede anche che un avvocato in gonnella con i capelli biondi e la parlata vicentina ti spieghi come, dopo aver appeso la toga al chiodo, si sia dedicata anima e corpo a un progetto di cooperazione internazionale per aiutare i ragazzi di strada ad Asmara, in Eritrea. Il tutto partendo da una cena etnica che servirà a finanziare la realizzazione di una casa famiglia femminile nella capitale "italiana" di quel corno d’Africa tormentato da guerre e carestie. Un’iniziativa riuscita, con quasi 200 persone intervenute alla cena etnica alla Canottieri di Corgeno; persone che hanno voluto ascoltare e aiutare chi ha le idee chiare su come investire sul futuro dei giovani del terzo mondo per riaccendere la speranza. La storia di Manuela inizia due anni fa quando, con l’intento di fare un’esperienza di cooperazione internazionale, si innamora del servizio che una missione pavoniana offre ai giovani rimasti senza casa, e che non hanno un tetto sotto il quale andare, in una missione di Asmara. Qui incontra Nicolò, il suo attuale compagno, un giovane di Mozzate. Con lui e altri volontari, assieme alle strutture dei centri pavoniani ad Asmara aiutano a mandare avanti il centro per ragazzi di strada.
«Un fenomeno nuovo per l’Eritrea – spiega Manuela (nella foto, da volontasmara.com, un bimbo del centro) – che di fatto vede arrivare un considerevole numero di giovanissimi che si spostano dalle campagne alla città, rimanendo spesso senza un tetto dove stare, senza mangiare, senza istruzione. La nostra attività ha proprio questo obiettivo: collaborare a progetti didattici per dare un futuro ai giovani». E per fare questo, il metodo è quello della collaborazione con chi, in loco, viene coinvolto direttamente nei progetti. «In queste settimane siamo in Italia per presentare la nostra attività e raccogliere fondi – spiega Manuela – che verranno impiegati per dar vita a una casa famiglia femminile. Un altro degli obiettivi che ci siamo prefissi è quello, a breve, di dar vita ad un’associazione capace di coinvolgere le diverse persone che, in un modo o nell’altro, vogliono darci una mano per realizzare progetti di cooperazione in Eritrea a favore dei giovani». In tutto sono, ad oggi, oltre 400 i giovani eritrei che vengono aiutati anche dall’attività di Manuela e Nicolò.
* L’attività di raccolta fondi viene effettuata, per il momento, grazie al buon cuore di chi partecipa alle cene, organizzate qua e là. Prossimamente gli organizzatori fanno sapere che verrà realizzato un sito all’interno del quale saranno indicate le modalità con cui sarà possibile contribuire ai progetti.
|
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.