«Gli amaretti rimarranno a Saronno»
Incontro in Provincia sul futuro degli storici biscotti. La proprietà prima minaccia di andarsene, poi ci ripensa. La produzione dei biscotti passerà al "Biscottificio di Saronno"

Ma l’allarme è rientrato in seguito all’intervento del presidente della Provincia Marco Reguzzoni e del rappresentante del Ministero. Presenti all’incontro anche le rappresentanze sindacali, i sindaci del saronnese e la proprietà del nuovo Biscottificio di Saronno che, in teoria, dovrebbe subentrare in futuro alla Lazzaroni nella produzione di Amaretti.
Resta comunque l’incognita
sul futuro degli amaretti: dove saranno prodotti? Dal 31 agosto è operativo lo sfratto dagli attuali stabili e non si ancora dove il Biscottificio di Saronno, che dovrebbe acquisire la produzione degli storici biscotti dalla Lazzaroni, potrà operare.
L’obiettivo dell’incontro di questa mattina era quello di capire sia dove in futuro sarebbero stati prodotti gli amaretti, sia definire il futuro dei 60 lavoratori, per la maggior parte dei quali la cassa integrazione scade a settembre. Dopo un primo momento di tensione con la proprietà della Lazzaroni, situazione dovuta secondo i rappresentanti dell’azienda ai numerosi interventi della stampa sulla questione aziendale, la discussione tra le parti in causa è rientrata sui binari.Infatti, sono stati riconfermati gli impegni di ciascuna delle parti in causa nel quadro dell’accordo firmato a settembre da Provincia, Lazzaroni, Assolombarda, Cisl, Cgil e Rsu.
«Rispetteremo l’accordo siglato lo scorso settembre come abbiamo fatto fino ad ora – ha sottolineato l’amministratore delegato di Lazzaroni, Stefano Tombetti -. Non siamo obbligati a farlo, in fondo siamo un’azienda privata che per la legge sulla mobilità potrebbe decidere di chiudere e andarsene, ma la volontà di collaborare c’è: l’attività verrà trasferita al ‘Biscottificio’ che opererà con il vincolo di assumere l’80% del proprio personale tra gli ex dipendenti Lazzaroni, un’altra parte dei lavoratori resterà in Lazzaroni».
«La Provincia non può intervenire nel merito delle decisioni aziendali – spiega Reguzzoni – ma ha lavorato e opera perché il marchio storico e il patrimonio di professionalità dei dipendenti resti sul territorio, perciò lasciamo lavorare le aziende ed evitiamo strumentalizzazioni sulla vicenda».
All’inizio della vicenda, lo scorso anno, erano 91 i dipendenti per i quali si prospettava il trasferimento in Abruzzo. A seguito dell’intervento di Provincia e Ministero si ottenne la cassa integrazione per 74 persone. Una trentina rimarranno in forza a Lazzaroni e/o al Biscottificio, mentre per gli altri 44 il settore lavoro della Provincia di Varese ha predisposto un piano di accompagnamento, sostegno nella ricerca di lavoro e di formazione: al momento ne risultano ricollocati o pre-pensionati 11, per cui il problema riguarda tuttora 33 persone. «Per loro, nei prossimi mesi – spiegano dalla Provincia -, si continuerà l’opera di orientamento». Ma non si sa ancora dove, da settembre, sarà collocata l’azienda.
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