Un corpus inedito di Lucio Fontana
Alle Fornaci Ibis dei Robustelli una preziosissima selezione di 45 disegni inediti del grande maestro
Non sono sempre così necessarie grandi risorse finanziarie per fare cultura. A volte basta la volontà e la caparbietà del fare. Basta la tenacia nel perseguire precisi obiettivi. E i risultati vengono da soli, ripagando dello sforzo e delle fatiche.
Lì, presso le Fornaci Ibis di Cunardo non è mai mancata la tenacia delle proposte. Tanto meno quando le proposte espositive o musicali aprono grossi serbatoi di cultura. E l’ennesima occasione delle qualità dei Robustelli, a perseguire elementi di cultura per regalarli alla conoscenza di molti, è lì da vedersi in quest’ennesima e preziosissima selezione di 45 disegni inediti del grande maestro Lucio Fontana. Disegni prevenienti da una più vasta collezione, quella dell’illuminato imprenditore varesino Riccardo Crippa, prematuramente scomparso negli anni cinquanta e che grazie all’amicizia e alla frequentazione, già dagli anni trenta (1930) di alcuni tra i più noti artisti lombardi (Melotti, Crippa, Fontana e gli artisti della storica galleria del Milione a Milano) ne collezionava opere e disegni.
Opere che sono "riapparse" durante la sistemazione, da parte degli eredi, dello studio dell’imprenditore e facilmente documentabili e attribuibili al grande maestro italiano perché molti di loro sono ben datati e firmati. Una scoperta che allieterà la Fondazione Fontana voluta e presieduta dalla moglie del maestro Teresita, perché completa il non ampio corpo dei disegni e perché dall’oblio di oltre cinquant’anni restituisce alla visione di tanti il cammino di uno tra i più importanti testimoni artistici del novecento.
Questa piccola ma preziosa selezione mostra così il cammino creativo di Fontana in un percorso che va dal 1930 al 1940. Un decennio nel quale lo scultore elabora tutto il suo cammino estetico nella testimonianza di un segno grafico di matrice primitiva e figurativa, ma anche mitologico in anni paralleli al fenomeno artistico di "Corrente" sino allo sperimentalismo e alla definizione di una differente natura astratta che Fontana chiamerà Spazialismo. Disegni che mostrano la dimensione dell’elaborazione segnica dell’autore in una sorte di diario, di racconto, di misura calligrafica intima e testimone di un personalissimo cammino di ricerca.La "riscoperta" di questo corpus di disegni si deve alla tesi di laurea, presso l’A.A. B.B. di Brera di S. Ranza, che grazie ad un lavoro scolastico ha potuto far riemergere dalla polvere della storia un non secondario corpo disegnativo di Lucio Fontana.
La mostra permette anche di verificare quanto importante sia, nel percorso inventivo dell’artista, la dimensione segnica del disegno e del disegno preparatorio delle opere. Nell’essenzialità del tratto il disegno è così in grado di mostrarci tutta la capacità creativa e operativa legata all’analisi della figura umana e al tempo stesso di darci un’idea di scultura non più fatta attraverso lo scavare o il modellare forme, bensì attraverso il percorso progettuale ed elaborativo di una forma. Un’anti scultura che nell’essenzialità dell’invenzione segnica, nella morbidezza della grafia arriva ad un risultato estetico universale e che proprio come segno plastico è al tempo stesso un modello mentale prima ancora d’essere una forma plastica.
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