La coltivazione di oppio continua a crescere

Lo afferma un rapporto dell’Ufficio dell'Onu sulla Droga e il Crimine

La coltivazione di oppio in Afghanistan è in costante crescita e il traffico internazionale di eroina che ne consegue è una seria minaccia allo sviluppo di una nazione democratica: lo afferma un rapporto dell’Ufficio dell’Onu sulla Droga e il Crimine in cui si chiede alle truppe americane e della Nato di stanza nel Paese di occuparsi maggiormente del problema. "Combattere il traffico di droga equivale a combattere il terrorismo" ha sottolineato il responsabile del dipartimento Onu, Antonio Maria Costa. Nell’ultimo anno le coltivazioni di papavero sono aumentate del 64%, coprendo 323.700 acri di terra. Solo il maltempo e le malattie parassitarie hanno evitato un’impennata del 30% della produzione, che è cresciuta ‘solo’ del 17%. Anche così sono state prodotte 4200 tonnellate di pasta di oppio, da cui si ricava l’87% dell’eroina che viene spacciata nel mondo. Per arrivare sulle ‘piazze’ europee e nordamericane, si legge nel rapporto Onu, l’eroina deve transitare per nazioni dell’Asia centrale, incluso il Pakistan dove vengono pagate ‘tasse’ agli estremisti talebani ancora presenti nella zona, con cui finanziano la loro resistenza. Trafficanti internazionali ed ex-signori della guerra sono quelli che beneficiano maggiormente di questo traffico che frutta 2.8 miliardi di dollari l’anno, pari al 60% del prodotto interno lordo del Paese. Secondo Costa c’è bisogna di un massiccio aiuto alle autorità locali per avviare un incisivo programma di distruzione delle coltivazioni; ma il presidente Amid Karzai, che pure appoggia la necessità di sconfiggere il traffico, ha recentemente protestato per l’uso di pesticidi contro le piantagioni che rischierebbero di intossicare i contadini. Tra i problemi da affrontare c’è anche quello di fornire nuove fonti di reddito alternative ai contadini che si appoggiano a questo traffico per vivere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Novembre 2004
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