Il Tessile prova a ricrescere
Univa ha presentato "Grow Up", un piano di intervento che prova ad aiutare le imprese a ripartire
Il settore industriale attualmente più sulla bocca di tutti, quello del tessile, non è fatto solo di “crisi” e “globalizzazione”, ma anche e soprattutto di imprese che danno lavoro ad un grande numero di addetti: solo in provincia sono oltre 27.000, in Italia circa 600.000.
Un settore quindi che va innanzitutto sostenuto, secondo la voce unanime di tutte le parti sociali, a livello nazionale e internazionale: ma che nel frattempo si difende come può, con iniziative provenienti da enti e associazioni.
Una di queste è “Grow up”, un vero e proprio “piano d’azione” che l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha messo a punto e presentato oggi, 14 febbraio, e che ha come obiettivo quello di preservare e potenziare il valore competitivo della filiera, presente in provincia quasi ancora integralmente. Una filiera che conta ancora molto per l’economia locale: l’incidenza del tessile sul totale del manifatturiero è, in provincia di Varese, pari al 22% contro una media nazionale del 12-13%, mentre le esportazioni varesine del Tessile-Abbigliamento sono pari al 3,4% delle esportazioni nazionali del settore.
«Quello del tessile è un settore particolarmente esposto alla concorrenza internazionale,ed è stato il primo a subire l’onda competitiva del far east – ha sottolineato Alberto Ribolla, (nella foto sopra) presidente dell’Unione Industriali varesina – Se la nostra associazione può incidere solo indirettamente sui dati macroeconomici, come il cambio euro/dollaro o il costo del lavoro, si ripromette invece, con questa serie di azioni che coinvolgono tutte le nostre aree di attività, di sostenere il rilancio del tessile permettendo alle imprese coinvolte veloci recuperi di efficienza e competitività».
Le azioni prevedono sei linee di indirizzo: la prima riguarda la penetrazione commerciale ed industriale nei paesi emergenti, con particolare riferimento alla logistica, alla distribuzione, alla vendita.La seconda punta sulla tutela e il rafforzamento dell’immagine, sostenendo tra l’altro le imprese nella difesa del marchio. La terza sostiene l’importanza dell’innovazione tecnologica, favorendo in particolare la ricerca e l’innovazione nel campo delle fibre innovative. La quarta prevede invece le necessarie facilitazioni finanziarie, fatte anche attraverso strumenti finanziari innovativi e l’aggregazione di imprese. La quinta invece punta sulla formazione delle risorse umane, e in particolare sul trasferimento di competenze professionali che ormai hanno una tradizione più che centenaria. Infine la sesta propone interventi per la valorizzazione delle qualità intrinseche del prodotto: il che significa, tra l’altro, anche rendere più evidenti i miglioramenti qualitativi, anche dal punto di vista ambientale, della produzione.
«Sono iniziative che si aggiungono, integrano e vanno a potenziare la più ampia azione di rappresentanza svolta a livello regionale, nazionale e comunitario, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali del settore» precisano all’Univa: e tra esse c’è anche il tavolo di concertazione provinciale sul tessile, «Un tavolo nato da un’iniziativa tra Unione Industriali e sindacati, e poi allargato agli altri soggetti – ha ricordato il direttore di Univa, Gandini – e dove stiamo andando tutti nella stessa direzione».
Quel tavolo, proprio venerdì scorso, ha visto un altro passo – anche se non definitivo – verso l’accordo tra le parti sociali per richiedere l’allargamento della cassa integrazione anche alle aziende tessili varesine inferiori ai 15 dipendenti. Un’iniziativa già divenuta operativa a Bergamo e nel distretto calzaturiero di Vigevano, e che potrebbe diventare realtà anche a Varese.
«Tutto ciò che è a supporto delle piccole imprese ci vede solidali – precisa Ribolla a riguardo – La soluzione prospettata al tavolo di concertazione però è una misura per il contingente. E nel momento in cui si risolve i problema contingente ma non si pianifica il futuro, si è risolto poco. Per questo noi riteniamo importante dotare i nostri associati anche di strumenti per andare avanti nel futuro, per riposizionare correttamente l’azienda nel mercato».
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