A Roma si prepara il Berlusconi-bis
Il Cavaliere si recherà dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per rimettere il mandato nelle sue mani e ricevere il reincarico per formare un nuovo governo
Il Berlusconi bis sembra ormai la soluzione obbligata alla crisi di governo. Infatti nel primo pomeriggio il leader di Forza Italia ha annunciato in Senato la decisione di rimettere il suo mandato di capo del governo nelle mani del presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dal quale è atteso che riceva un reincarico per formare un nuovo governo.
Berlusconi ha chiarito di fronte ai senatori che «non vi sarà nessun cambio di maggioranza», ma la situazione permane tesa. Fra gli alleati è più aperta che mai, infatti, la spaccatura fra la Lega Nord, schierata contro le dimissioni e il passaggio ad un Berlusconi-bis (in cui la loro voce sarebbe senz’altro meno ascoltata), e An e l’Udc. Berlusconi in Senato si è detto intenzionato a portare a termine il mandato quinquennale della maggioranza di centrodestra, e ha asserito che il programma sarà «aggiornato», ma che al contempo le riforme costituzionali proseguiranno. Positivi i commenti giunti da Fini («Intervento ottimo ed essenziale») e Follini («Discorso apprezzabile»), mentre la Lega, tramite Maroni, commenta laconica: «Prendiamo atto di questa decisione, ma siamo preoccupati».
Non sembra certo la leadership del Cavaliere ad esere in discussione nelle file del centrodestra, quanto piuttosto i programmi e le scelte, soprattutto degli ultimi mesi, cui AN e UDC imputano la disfatta elettorale anche in vaste zone del Sud considerate "sicure" per il centrodestra, come la Puglia. La devolution sembra essere il maggior punto di contrasto: fortemente voluta dalla Lega e altrettanto avversata dalle regioni del Sud, che temono di veder ridurre a zero i contributi di Stato, viene universalmente giudicata la causa principale della débacle del centrodestra nel Meridione. Mentre la Lega chiede continuità (avendo consolidato la propria forza elettorale), gli altri alleati di Forza Italia chiedono invece un segno di rottura con il recente passato, un’inversione di rotta per recuperare voti ed evitare il naufragio alle politiche del 2006; il tutto, naturalmente, evitando il rischio di elezioni anticipate. Dopo le dimissioni dei ministri Udc e quelle dei colleghi di An, si annuncia ora una trattativa serrata in vista del Berlusconi-bis, non tanto sulle poltrone quanto sui programmi: e con una Lega pronta ad alzare il prezzo e a porre paletti invalicabili, c’è da scommettere che non sarà facile.
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