Busto e gli immigrati, una convivenza non facile ma necessaria
Ne parlano Vittorio Di Mattei, responsabile di Sir John e Anolf-Cisl, e Jacques Amani dell'ufficio immigrazione della Cgil provinciale

Innanzitutto, l’origine degli immigrati, cui l’etichetta generica di "extracomunitario" male si adatta, potendo essere benissimo applicata al Presidente degli Stati Uniti o ad un ticinese di Mendrisio. «Al momento la comunità più forte rimane quella marocchina» afferma Vittorio Di Mattei; ma già al secondo posto c’è una sorpresa, gli ucraini, anzi le ucraine. «Molte donne vengono dall’Est, in particolare dall’Ucraina e dalla Moldavia, qualcuna anche dalla Russia, per fare da badanti o da colf, in concorrenza con le sudamericane, ecuadoregne o peruviane». Vi è poi una comunità al limite dell’invisibilità come quella cinese, laboriosa e discreta fino alla segretezza. «Sono numerosi, ma rimangono per lo più tra loro, impiegati in una miriade di attività in proprio, dai laboratori tessili e di pelletteria ai ristoranti». Vi è poi la comunità albanese, che riceve un costante ricambio dalla madrepatria, mentre una comunità "storica" come quella eritrea si deve ormai considerare pienamente integrata a Busto. Tra le new entry della multicolore società immigrata cittadina si segnala infine la crescita dell’elemento pachistano.
Quanto al lavoro svolto, mentre dei cinesi, delle ucraine e delle sudamericane si è già detto, gli altri immigrati trovano spesso impiego nell’industria (africani, immigrati dal mondo islamico) e, in modo crescente, nei servizi e particolarmente nei trasporti, dove un numero crescente di camionisti sono extracomunitari, spesso irregolari costretti a turni massacranti, il che spiega certe tragedie della strada. Anche trovare casa, per gli immigrati, è un problema: nessuno vuole affittare loro una casa, come cent’anni fa non la si voleva affittare ai veneti e cinquant’anni fa ai meridionali; da qui il ricorso a stabili abbandonati, in condizioni spesso degradanti. A detta di Di Mattei gli immigrati non sono oggetto di un aperto rifiuto o di ostilità da parte dei bustocchi, che semmai fanno poco o nulla per venire loro incontro, come testimonia anche la mancata apertura di uno sportello immigrati da parte del Comune. «Intanto noi dell’Anolf, per il pomeriggio del 1° maggio, organizziamo nella nostra sede di via Cairoli 7, presso la Cisl, una Festa del Lavoro per gli immigrati: chi vorrà intervenire sarà il benvenuto» conclude Di Mattei.
Sulla qualità del lavoro extracomunitario a Busto il discorso non sembra distanziarsi da quello valido per l’intera provincia: il problema non è l’immigrato, ma la disonestà di alcuni datori di lavoro italiani. La situazione non è certo rosea e lo conferma Jacques Amani della Cgil provinciale. «Il problema chiave è la regolarizzazione» dice Amani, ivoriano, da sei anni in Italia. «Quando c’è stata l’ultima sanatoria qui in Provincia si sono contati ben 26 datori di lavoro italiani che in cambio di denaro avevano finto di assumere clandestini in attesa di regolarizzazione (possibile solo dietro l’esistenza di un rapporto di lavoro, ndr) ». L’assurdo, dunque: chi ha denaro ne estorce a chi non ne ha. «A parità di mansione, poi, l’immigrato viene pagato in media il 34% in meno di un italiano. Si sfrutta l’ignoranza, sia essa della lingua, per chi è da poco arrivato, o dei diritti e delle leggi». Ma il vero grido di dolore che arriva dal sindacato a nome dei lavoratori immigrati è dato dall’incrocio perverso tra la legge Bossi-Fini sull’immigrazione e la legge 30 sul mercato del lavoro. «La combinazione di queste due leggi favorisce la clandestinità, perchè da un lato la Bossi-Fini impone di avere un regolare contratto di lavoro come condizione del rinnovo del permesso di soggiorno, dall’altro la legge 30 consente micro-contratti ormai anche a giornata. Risultato: le questure impazziscono di lavoro, il caos è totale, molti permessi non vengono rinnovati andanndo ad ampliare l’esercito dei clandestini». Si crea così una massa di schiavi invisibili e senza diritti su cui lucrano caporali e pseudo datori di lavoro.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
bianca1977 su Varese si prepara a dire addio alla piscina di via Copelli: al suo posto si valuta un impianto per la pallavolo
Fabrizio Tamborini su Elly Schlein a Varese: “È una vergogna che prosegua l’occupazione di Gaza, e il silenzio del governo Italiano è complicità”
Felice su Latitante 20enne arrestato a Saronno dai Carabinieri: era evaso dai domiciliari
PaoloFilterfree su Brutale pestaggio in centro a Varese. La testimonianza di un cittadino
Felice su Sabato è il giorno di Va Live Pal: musica, arte e impegno civile ai Giardini Estensi di Varese
gokusayan123 su Varese, arrestato per stalking un 20enne: pedinava una commessa da due mesi
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.