L’invasione degli ultra embrioni

Il Signore ci conservi per mille e più anni il professor Giovanni Sartori, in questo momento una delle intelligenze più vivaci in circolazione. Mentre l’universo mondo politico si affanna a spettegolare sulla lite del “pane e cicoria”, su listone e partiti, su Gad, fed, Ulivo, Unione e non sappiamo più cos’altro, il professore, dalle colonne del Corriere della Sera alza il ditino e indica dritto dritto la luna. Su cosa stanno litigando i leader del centrosinistra? Su come disputarsi il 25% dei seggi parlamentari assegnati col proporzionale. Che vuol dire il 12,5% dei consensi, visto che il Senato si elegge per intero con l’uninominale. Già, a questo si riduce la grande baruffa: se la Margherita potrà presentare liste autonome (ma solo per il proporzionale della Camera) o confluirà nel listone.

VISTO DAL BASSO – “Per chi non segue il Giro, Ivan Basso è la faccia seria di chi doveva vincerlo…un altro si sarebbe ritirato per il dolore e per l’umiliazione di vedersi infliggere distacchi di mezz’ora…invece lui pedalava sotto la pioggia in compagnia del suo sogno infranto. L’Italia propone persone così, gente solida dentro che non corre in tv ad aprire pacchi né a darne, non lancia promesse a vuoto e si sforza di onorare le poche che fa con se stessa. Gente che va a pane cicoria da una vita ma non lo urla dal pulpito come se fosse un merito… gente che in questa repubblica di parolai e cialtroni e finanzieri specialisti in cordate ma incapaci di produrre un bottone sa ancora costruire qualcosa di concreto. Gente che continua a pedalare in attesa che il mal di pancia passi e che si possa di nuovo andare in fuga”. Così ha scritto il grande Massimo Gramellini sulla “Stampa” di qualche giorno fa. Ecco, noi volevano solo aggiungere che a quelli come Ivan Basso da Cassano Magnago (e come Gramellini) vogliamo un po’ bene.

ASTENSIONE E INVASIONE – I difensori dell’attuale legge 40 sulla procreazione assistita predicano l’astensione ma a loro volta non si sono astenuti da una campagna fatta anche di colpi sotto la cintola. Non bastasse la discesa in campo della Cei, basta dare un’occhiata ai tabelloni elettorali sparsi per Varese come per molti altri centri della provincia: quasi per intero occupati da ”lenzuoli” che esortano al non voto. In uno di questi, davanti alla stazione delle Fs, il volto di Sabrina Ferilli, testimonal del sì, sbuca in alto a sinistra come un francobollo su una gigantesca cartolina elettorale a favore dello sciopero del voto. Ora non si discute la legittimità del non voto, ma semmai la sua eticità politica: è l’atteggiamento – come è già stato scritto – del bambino proprietario del pallone che proclama “gioca solo chi dico io!”. Il che non è il massimo della simpatia. Se a tutto questo si aggiunge anche l’arroganza di togliere lo spazio spettante agli altri, quelli dell’astensione non ci fanno per niente una bella figura.

SONO QUI A FARVI UN FAVORE – I dipendenti della Motorizzazione Civile proclamano lo stato di agitazione e anziché scioperare applicano alla lettera il mansionario in modo che furbescamente non perderanno la giornata di paga ma infliggeranno disagi a quanti – non propriamente Berlusconi o Tronchetti Provera – si presenteranno ai loro sportelli. Chiunque abbia a che fare ogni giorno con la pubblica amministrazione misura da sé quanto sia vasta l’inefficienza e spesso la scocciata scortesia di chi sta dall’altra parte del bancone che applica la figata del mansionario: basta un regolamento farraginoso e bizantino (e ce ne sono a iosa) per mandare in tilt un servizio pubblico e beccarsi pure lo stipendio. Illuminante la frase pronunciata anni fa da un dipendente del Catasto di Varese che, di fronte agli utenti esasperati, costretti a mettersi in coda fin dalle due di notte per sperare di evadere una pratica sentenziò: “Piantatela di protestare sennò ci mettiamo in malattia ed è peggio per voi”. Di fronte ad atteggiamenti come questi ogni riserva sui 100 euro di aumento concessi agli statali è più che giustificata.

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Pubblicato il 28 Maggio 2005
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