Pronto soccorso del Del Ponte: troppi gli afflussi, poco lo spazio
Situazione di emergenza al punto di primo soccorso dell'ospedale. Gli spazi troppo angusti rendono difficoltoso il lavoro
Fino al 31 ottobre hanno effettuato quasi 10.000 prestazioni. I picchi sono soprattutto nel week end e alla sera, momenti in cui il pediatra di base non riceve. Il Punto di primo soccorso dell’ospedale Del Ponte vede crescere di anno in anno la propria utenza, una conferma dell’affidabilità della struttura.
Il dato, letto con orgoglio dal primario Luigi Nespoli ha, però, un rovescio della mediaglia: i locali di quello che è diventato di fatto un pronto soccorso sono troppo angusti per accogliere il grande flusso di gente: «Abbiamo una sala d’attesa, due sale per le visite e un altro locale che ospita, di volta in volta, i famigliari dei pazienti o gli stessi bambini che hanno bisogno di un periodo d’osservazione» spiega il professor Nespoli che, in quindici anni, ha visto quadruplicare i ricoveri con la metà dei letti ( 45 negli anni ’90 e oggi 22): «Noi siamo diventati un punto di riferimento per la città e per tutto il nord della provincia – prosegue il primario – ma abbiamo "solo" 7 medici a tempo pieno e due part time per gestire l’attività di urgenza, il reparto e i 9 ambulatori. La nostra condizione è effettivamente al limite».
Per alleggerire il carico del Del Ponte, la direzione sanitaria aveva pensato di aprire un punto di guardia medica pediatrica all’ospedale di Cittiglio, esperimento poi naufragato nel momento di emergenza dell’estate scorsa quando persino il reparto di pediatria aveva dovuto chiudere per un mese per mancanza di medici. La situazione, grazie all’arrivo di nuovi specialisti, è tornata alla normalità e da qualche settimana è ripresa anche l’attività di guardia medica al Confalonieri.
In vista dell’inverno, però, al Del Ponte la situazione può diventare preoccupante: al vaglio di medici e primari c’era stata l’ipotesi di mettere in rete l’ospedale di Varese e quello di Cittiglio, condividendo protocolli simili per gestire in "rete" il lavoro, dividendoselo in base a tipologie di richieste. L’idea, però, è stata bocciata e le due unità proseguono parallelamente.
La speranza del professor Nespoli rimane il nuovo ospedale: all’interno del nuovo pronto soccorso ci sarà un’area pediatrica gestita dai suoi specialisti. Per sostenere la duplice attività ci sarà bisogno di nuovo personale: per il Materno Infantile i tempi di ritorno in viale Borri si fanno lunghi, almeno 4 o 5 anni, e la doppia presenza non potrà essere sostenuta dall’attuale incarico. Sulla questione, però, pare esserci già un’intesa con la direzione ospedaliera.
Per il nuovo ospedale manca ancora un anno, nel frattempo l’inverno incombe….
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