Chi ha paura della Fiduciaria?
Uno strumento utile e discreto per le imprese, che non è giusto coniugare con gli illeciti: la verità spiegata in un convegno AscomFidi
Non c’è niente da fare: la parola “Fiduciaria” evoca nell’ordine: 1) uno strumento misterioso usato dalle grandi aziende 2) un inghippo per chi fa della gestione dell’azienda una questione soprattutto finanziaria 3) il sistema che usa chi deve nascondere qualcosa. Così, di fiduciarie si parla di solito sottovoce, benché sia un istituto regolato da una legge italiana che ha quasi 70 anni.
Per cercare di sfatare qualche pregiudizio negativo, AscomFidi ha organizzato con Credit Suisse un convegno dal titolo “Le società fiduciarie: come e perché utilizzarle”, che si è svolto nel pomeriggio dei lunedì 27 febbraio presso la sala Monti di Ascom Varese.
«Le fiduciarie possono essere considerate effettivamente un istituto per chi vuole "nascondere" qualcosa – ha spiegato provocatoriamente Gilberto Guidolin, Branch manager di Credit Suisse – Dove però con questo si intenda "mantenere riservati degli elementi". Non si tratta di capitali per il fisco, non si tratta di illegalità. Ma magari semplicemente di compravendite le cui trattative preliminari è meglio che restino riservate, per opportunità industriali o per concorrenza».
In quest’ottica, la fiduciaria non è cosa solo da grandi aziende e grandi complicazioni: semplicemente, pretende di rendere più semplici e discreti certi passaggi aziendali a volte delicati, prstandosi ad aziende di dimensioni ben più contenute «Certo, è più utile a società di capitale, e a fatturati di almeno un milione di euro annui che possono avere problemi di cessione quote o di patto di sindacato- precisa Guidolin – ma la loro costituzione può servire in ogni operazione che richieda semplicemente della discrezione»
Una discrezione nemmeno inarrivabile per costi, come vorrebbe un altro luogo comune della costituzione di una fiduciaria: «Uno dei primi limiti al prendere in considerazione questa soluzione è infatti la paura che costi troppo risolvere certi problemi societari costituendo una fiduciaria – spiega Aurelio Personeni, presidente di AscomFidi, organizzatrice dell’incontro – Per un passaggio di quote societarie il costo varia tra i 1000 e i 3000 euro. E chi tra i nostri utenti ha già optato per questa soluzione si è reso conto di quanto poco fosse credibile la "cattiva fama" di questo strumento per la semplificazione aziendale».
E’ solo una questione di cultura, quella di accettare o no tra le possibilità di gestione di certi passaggi dell’azienda anche una fiduciaria «Forse a causa della vicinanza con il confine svizzero, la fiduciaria viene considerata più che come una fornitrice di servizi – come avviene più a sud – come una creatrice di evasione fiscale. Ma la fiduciaria nella legge italiana è ben altro e in questo mercato potenzialmente florido, ma difficile – spiega Guidolin – la mancanza di conoscenza dello strumento gioca la parte più importante per creare una certa diffidenza. Nella vicina Milano il mercato è infinitamente più importante, ma qua è necessario ancora metabolizzare il concetto»
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