Un voto complesso
Berlusconi è il grande sconfitto. Gli elettori premiano l'Ulivo e apprezzano le coalizioni. Nella CdL un voto più coerente tra Camera e Senato
Il 10 aprile resterà alla storia. Un voto deciso al fotofinish dove sarà necessario guardare e riguardare l’immagine finale e ingrandirla al massimo.
L’Italia sarà governata grazie a una manciata di voti. Determimanti gli italiani all’estero, ma non solo loro. Quella scellerata legge, definita una porcata dallo stesso ministro che l’ha varata, alla fine ha prodotto un risultato a sorpresa permettendo all’Unione di avere una chiara e netta maggioranza alla Camera. Al Senato con i voti ribaltati non è la stessa cosa per la Casa delle libertà.
Governare non sarà facile, ma oggi si guarda ancora ad altri elementi.
Le forze politiche
Il primo dato evidente è la fortissima coerenza del voto nel centrodestra. Lo scostamento tra Camera e Senato per i quattro partiti della CdL è pressoché insignificante. Tutti guadagnano voti alla camera dove c’erano circa quattro milioni di elettori in più. Forza Italia ha il 24% al Senato, il 23,7% alla Camera. An il 12,4 contro il 12,3; la Lega il 4,5 contro il 4,6, mentre per l’Udc le percentuali non cambiano ottenendo il 6,8%.
Un voto quindi molto chiaro e compatto. Chi ha scelto un partito al Senato ha poi confermato il voto anche alla Camera.
Per l’Unione le cose non stanno affatto così. Rifondazione comunista è il primo esempio. Il partito di Bertinotti prende il 7,4% al Senato con oltre 2,5 milioni di voti. Alla Camera non solo scende al 5,8%, ma perde trecentomila voti. Esattamente al contrario per Ds e Margherita la cui somma di voti al Senato è lontanissima dal buon risultato alla Camera dove si presentavano insieme con il simbolo dell’Ulivo. Nove milioni e seicentomila la somma delle due formazioni al Senato con il 28,2% contro il 31,3% e gli undici milioni e 900mila voti. Va bene anche all’altra piccola coalizione di Insieme con l’Unione che prende oltre il 4% sia alla Camera, dove Verdi e Comunisti italiani si presentavano divisi, che al Senato.
Deludenti i dati elettorali per la Rosa nel Pugno e per l’Udeur.
Il dato politico
Le tante anime dell’Unione renderanno pure difficoltoso il governo del paese, ma non era questa la priorità di cui tener conto e il voto lo dimostra in modo forte. Gli elettori del centrosinistra hanno indicato con chiarezza che la strada indicata da Prodi e da molti esponenti dei Ds e della Margherita va seguita con forza. Il voto all’Ulivo ne è una riprova. Questo paese ha una discreta percentuale di voto radicale a sinistra come a destra. Ignorare questo dato serve proprio a poco, ma non può condizionare il futuro politico del Paese.
Nel centrodestra il gioco a tre punte si è rivelato un bluff, ma Forza Italia non ha vinto nè cannibalizzato gli alleati. Un dato che può apparire contrastante, ma tant’è. La somma dei voti di Udc, Lega e An non raggiunge il voto di Forza Italia. Eppure è proprio il risultato di questa che trascina la CdL alla sconfitta.
Questo aprirà in entrambi gli schieramenti riflessioni profonde.
Il referendum su Berlusconi
È lui il grande sconfitto. Avrà fatto un mezzo miracolo recuperando uno svantaggio che i sondaggi mettevano sempre in evidenza. Ma erano solo sondaggi. Nel Paese la sensazione era diversa e per scaramanzia veniva detto in ogni occasione.
La sua furia populista ha avuto diversi effetti. Ha radicalizzato lo scontro, lo ha esasperato ideologizzandolo come mai era successo negli ultimi 30 anni. Ha portato al voto una montagna di cittadini, ma la sua scommessa è comunque persa. Il Paese paga in modo drammatico questa anomalia. Berlusconi ha attaccato tutti e anche oggi, a risultati acquisiti si continua a parlare di comunisti, di Luxuria, di Pacs come dei mali dell’umanità.
Gli alleati dell’ex premier hanno grandi responsabilità e non sono affatto stati premiati dagli elettori. Il loro consenso è buono, ma ora che se ne faranno?
Come in Germania?
Il voto tedesco sembra somigliare molto a quello italiano, ma solo in un bizzarro risultato. Il quadro politico è totalmente diverso. Solo l’Italia è in presenza di un’anomalia come quella che ha rappresentato Berlusconi. Lì, in Germania, malgrado le tensioni fortissime, nessuno dei due contendenti screditava l’altro o lo considerava un pericolo per la democrazia. La loro campagna elettorale è stata dura, ma nessun candidato aveva richiesto appelli per la difesa dello stato di diritto o cose simili. Nessun candidato aveva attaccato la magistratura o forme di rappresentanza solo perché considerate ostili.
E ora che fare?
Il compito delle scelte spetta alla poltica. Certamente c’è poco da brindare anche per chi ha vinto. La situazione economica è difficilissima e richiede scelte di vero governo. La campagna elettorale non si ferma perché già da domani riparte la macchina organizzativa per le amministrative che decidono il governo di molte grandi città. Il mondo politico avrà da comporre, scomporre e ricomporre un quadro che è davvero complesso e che richiederà un grande senso di responsabilità di tutti. Perchè comunque l’Italia è davvero divisa in due e non solo nel responso delle urne.
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