Samuele Bersani ospite al Premio Chiara
Il cantautore bolognese si è raccontato a Villa Recalcati nella serata di sabato 16 settembre
Trasparente, sincero e sornione. Mai autocelebrativo, perché chi si loda è perduto. Samuele Bersani si è presentato così sabato 16 settembre sera al Premio Chiara: al contempo profondo e leggero come la sua musica. Un autentico affabulatore è stato definito dal pubblico del Chiara. Vincitore del Premio Tenco per Giudizi Universali, esordio di Chicco e Spillo, ad oggi il cantautore bolognese ha raccontato storie sempre nuove convinto che comunicare cose profonde in modo immediato sia quasi un miracolo, una benedizione come quella che ha toccato il grande Italo Calvino! Lontano da ogni etichetta per sua stessa ammissione, nel corso della serata Bersani, sollecitato dal direttore d Rete 55 Matteo Inzaghi, ha raccontatola sua evoluzione coerente ma a volte inaspettata di fronte alle realtà della vita e della sua città, Bologna. Un cambiamento questo che lo ha visto crescere da quando, a soli 21 anni, ha raggiunto il successo e ha mosso i primi passi guidato dal suo maestro Lucio Dalla. Nato musicista e poi approdato al canto, Bersani ha rivelato le origini di molte ispirazioni. Il suo piacere più grande è raccontare i controsensi, il coraggio degli altri, proprio quello che piacerebbe avere a lui e dare spazio a quel bambino che spesso compare nei suoi testi, quasi come in un verbale di una seduta di psicanalisi. La grande sfida di Bersani è quella di non ripetersi mai, raccontando vicende comuni a tutti ma da angolazioni diverse ed esplorando punti di vista sempre nuovi. Di fronte all’eterna questione, prima arriva il testo o la musica? risponde con semplicità disarmante: indifferente, precisando però che per lui in una canzone ben riuscita la musica conta solo al 50%, perché in un brano il pubblico si deve riconoscere in qualche modo. Per questo una bella canzone dura nel tempo e continua ad appartenere alla gente, questa è la vera vittoria. Non contano i premi, ne le operazioni pubblicitarie, autenticità è un fatto umano. Dei colleghi apprezza molto quelli che mantengono fede alle proprie scelte come Pacifico, Daniele Silvestri solo per citarne alcuni, mentre diffida fortemente da chi si trasforma per pura convenienza. Contro la volgarità, ma aperto alla sintesi narrativa specchio dei nostri tempi, Bersani si è raccontato serenamente al suo pubblico senza mai salire in cattedra, cercando semplicemente di fare capire se stesso: il vero e unico modo per comprendere i suoi messaggi.
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