Crisi Nardi Elettrodomestici, la Regione istituirà un tavolo tra proprietà e sindacati

Il vice presidente della commissione attività produttive Colucci: «Coinvolgeremo l’Unità di Crisi della Giunta regionale»

Per salvaguardare il futuro dei lavoratori della Nardi Elettrodomestici Spa impiegati nello stabilimento di Paderno Dugnano (MI), la Regione Lombardia aprirà nei prossimi giorni un tavolo di confronto tra la proprietà e le rispettive rappresentanze sindacali.

E’ l’impegno assunto oggi dal Vice Presidente della Commissione regionale “Attività produttive” Alessandro Colucci (FI), dopo l’incontro che la Commissione ha avuto con i rappresentanti sindacali dell’azienda Giuseppe Mansolilo (Fit-Cisl), Luigi Diaferia (Fiom-Cgil) e Cosimo Montrone (Uilm).

“Su questo problema –ha detto Alessandro Colucci– coinvolgerò l’Unità di Crisi istituita all’inizio dell’anno presso la Presidenza della Giunta regionale e invierò una comunicazione al Presidente Formigoni perché si attivi quanto prima al fine di tutelare in loco la produzione dell’azienda”.

La Nardi Elettrodomestici Spa, fondata nel 1958 dai Fratelli Nardi, è specializzata nella produzione di elettrodomestici ed è suddivisa in tre unità produttive, quella di via Como nella frazione padernese di Palazzolo Milanese, quella di Sernaglia della Battaglia in provincia di Treviso e la smalteria di Inveruno, per un totale di oltre 300 dipendenti. L’azienda opera con una rete commerciale ed una rete di assistenza che copre l’Italia e numerosi Paesi esteri. Il 31 agosto di quest’anno la direzione aziendale ha aperto senza alcun preavviso la procedura di licenziamento a carico di 83 lavoratori (74 operai e 9 impiegati), 65 dei quali impiegati proprio nella sede di Paderno Dugnano, motivata con la necessità di spostare l’intero reparto produttivo in un altro sito in provincia di Treviso. La proprietà dell’azienda ha inoltre approfittato della chiusura estiva per smontare dalle macchine e spostare nello stabilimento veneto gli stampi necessari per la produzione.

Allo stato attuale, come hanno spiegato oggi in Commissione i rappresentanti sindacali, l’azienda pare disponibile a riconoscere a una decina di lavoratori incentivi sufficienti per giungere all’età pensionistica conservando il 100% del potere d’acquisto. Per altri 13 lavoratori esiste la possibilità di trovare collocazione in altre realtà aziendali del territorio;  coloro che accetteranno tale ipotesi, riceveranno dall’azienda un incentivo di 6mila euro. La proprietà dell’azienda si è resa inoltre disponibile a trasferire 10 dipendenti presso lo stabilimento di Treviso, mettendo a disposizione in tal caso per i primi tre mesi particolari incentivi aziendali. Altri 12 lavoratori dovrebbero infine essere reimpiegati su una nuova linea riservata alla produzione di prodotti di alta tecnologia all’interno dello stabilimento di Palazzolo Milanese, dove la Nardi manterrà la sede direzionale e commerciale. Da ultimo, per i lavoratori che saranno collocati in mobilità, l’azienda è chiamata a versare 17mila euro lordi annui per quelli al di sotto dei 40 anni, 21mila euro per quelli di età compresa tra i 40 e i 50 anni, 25 mila euro per coloro  che hanno superato la soglia di 50 anni.

Ipotesi di accordo sulle quali le rappresentanze sindacali hanno chiesto oggi alla Regione di farsi garante e attivarsi con la proprietà perché possano essere rispettate e tradursi quanto prima in realtà concreta.

“L’intervento della Regione Lombardia è indispensabile –ha dichiarato il Vicepresidente della Commissione “Attività produttive” Alessandro Colucci (FI)– soprattutto per far comprendere alla proprietà che da parte delle istituzioni c’è una attenzione particolare al problema e soprattutto la volontà di affrontarlo e gestirlo, impedendo che possano generarsi pericolose speculazioni imprenditoriali”.

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Pubblicato il 31 Ottobre 2006
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