Funerali solenni per Andrea de Virgilio e Corrado Scalas
I due Carabinieri in forza al comando NATO di Solbiate sono stati commorati in San Giovanni di fronte a centinaia di commilitoni e alle più alte autorità militari
Fra le tante uniformi scintillanti che affollavano oggi la basilica di San Giovanni il dolore era percepibile. Piazza San Giovanni si è colmata di una folla muta, sotto un cielo improvvisamente velato e grigio. In chiesa, le più alte autorità militari e vari sindaci. Il pomeriggio di martedì ha infatti visto la commemorazione funebre di Andrea De Virgilio e Corrado Scalas, i due Carabinieri rimasti uccisi ieri mattina in un tragico incidente sulla A26 all’altezza di Biandrate, nel Novarese. Proprio a Novara viveva Scalas, mentre De Virgilio risiedeva da alcuni anni a Vanzaghello. Entrambi erano in forza al Corpo d’armata di reazione rapida NATO di Solbiate Olona, che oggi era presente con centinaia di colleghi, in testa il comandante generale Mauro Del Vecchio. Ovviamente anche l’Arma dei Carabinieri ha inviato i suoi massimi rappresentanti locali e nazionali: il comandante generale dell’Arma Gianfrancesco Siazzu era presente alla mesta e solenne cerimonia per l’addio ai due caduti in servizio.
Dopo le doverose letture da Bibbia e Vangelo, dedicate rispettivamente al destino dei giusti e alla morte e resurrezione di Gesù, il monsignor Livetti, nell’omelia, ha ribadito il carattere terribile, improvviso ed inatteso di un fatto che ha colpito dolorosamente tutti. "Non potremo mai farcene una ragione, ma ci affidiamo a Dio e a quell’esistenza nuova e ricca che Corrado e Andrea ora conoscono, da giusti accolti dal Signore. Preghiamo la Virgo Fidelis, protettrice dei carabinieri, che accolga questi suoi figli nella Gerusalemme celeste". Per i due militari monsignor Livetti ha quindi recitato una preghiera dell’America Latina, ricca di riferimenti alla vita, pur nel contesto triste dell’addio ai defunti. Si è quindi recitata anche la Preghiera del Carabiniere; un collega dei due caduti ha letto un breve ricordo da cui emergono lo sgomento per una fine così improvvisa, la speranza, la fede, la forza del ricordo che non abbandonerà i commilitoni.
Dopo il momento straziante dell’uscita delle bare portate a spalla dai colleghi e del dolore dei congiunti, anche il generale Del Vecchio ha commentato sobriamente quanto accaduto. "Due amici persi in modo improvviso, con cui avevamo vissuto insieme momenti lieti e momenti difficili. Siamo costernati, è amaro considerare come Andrea e Corrado siano sfuggiti a pericoli ben peggiori durante le loro missioni per poi perire in patria in questo modo". Come a rimarcare che, tutto sommato, le strade italiane sono più pericolose dell’Afghanistan.
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