Il materno infantile al Del Ponte: un progetto incompiuto

Il Polo materno infantile Del Ponte avrebbe dovuto essere poco meno del Gaslini di Genova, il grade sforzo sostenuto dall’azienda ospedaliera dal 2001 ha però rallentato a tal punto i trasferimenti da bloccare di fatto la piena attuazione del progetto che si è limitato ad un livello soddisfacente.

Nella diatriba sul futuro del Del Ponte ( spostarlo o potenziarlo) interviene anche Carlo Lucchina, direttore generale della sanità lombarda nonchè direttore dell’azienda ai tempi del trasloco: «Lo spostamento non fu di poco conto. Ci volle un’organizzazione enorme . Vorrei ricordare, però, che da anni l’azienda ospedaliera sta sostenendo una fatica immane, con la costruzione del nuovo ospedale, per cui i risultati raggiunti sono stati quelli massimi che si poteva raggiungere. Ora, per proseguire, ci si deve chiarire bene le idee: un polo materno infantile deve dotarsi di una serie di servizi necessari alla salute della mamma e del bambino. Penso alla chirurgia pediatrica, alla terapia intensiva e all’oncologia. Anche le donne, però, oltre al momento del parto hanno bisogno di servizi di assistenza nel corso della vita, con screening ed esami specifici».

Puntare sul Del Ponte sarebbe pienamente possibile, dato che ci sono ancora molti spazi recuperabili, oltre alle aree attualmente dedicate alla Day surgery e al Day Hospital che troveranno spazio nel padiglione centrale di viale Borri, una volta ristrutturato. Il problema è di natura economica, ma su questo il direttore generale si rimette al giudizio politico: «Anche nell’ultimo piano socio sanitario si punta sui poli materno infantile» commenta Carlo Lucchina