«Ci hanno puntato il coltello alla gola»

Parla una delle vittime della rapina di ieri al "quagliodromo", tra Samarate e Busto: «Non avevo in tasca che pochi spiccioli, ma mi han preso anche quelli»

Sono stati solo tre-quattro minuti, quelli necessari ai criminali per fare irruzione e "ripulire" tutti quanti, ma per chi c’era devono essere sembrati eterni. Lo racconta il signor P. B., 76 anni, bustocco, una delle vittime della rapina di ieri al Qaugliodromo del Bosco Redi, fra Samarate e Busto. Una ventina di persone, quasi tutti pensionati, da cui i banditi hanno estorto circa 1200-1300 euro in contanti, armi in pugno. Un ben magro bottino per giustificare gli anni di carcere che sconteranno se e quando le forze dell’ordine riusciranno ad acciuffarli.

«Eravamo una ventina, quasi tutti pensionati, e stavamo giocando tranquillamente a carte nel capanno, come facciamo di solito, quando entrano questi quattro ragazzi con un passamontagna sul volto. All’inizio abbiamo pensato ad uno scherzo, il banconista gli ha detto. non facciamo i cretini, cos’è, uno scherzo di Carnevale?».
In tutta risposta uno dei banditi, armato di pistola (gli altri portavano rispettivamente un coltello, un bastone e un cacciavite), è saltato sul bancone gridando: fermi tutti, questa è una rapina. Poi ha sparato un colpo nel bancone con la sua calibro 9, facendoci un buco enorme. Poi la "ripulitura", fulminea, con il coltello puntato alla gola dello sventurato di turno: «Io non avevo in tasca che pochi spiccioli, gliel’ho detto, mi han preso anche quelli. Altri invece avevano dietro delle discrete somme, c’era chi aveva anche trecento euro e più in contanti nel portafogli: ecco perchè alla fine se ne sono andati con tutti quei soldi. Comunque, è stato tutto molto veloce: forse loro avevano ancora più paura di noi. Erano agitatissimi, correvano su e giù come scimmie, forse drogati, chissà. Il colmo è che quando alal fine sono riuscito a tornare a casa e ho raccontato quel che era successo, mia moglie non mi credeva!».

Sembra che i rapinatori fossero italiani: mentre uno non ha fiatato, gli altri tre parlavano con un marcato accento meridionale.
Dopo i primi accertamenti fatti dai Carabinieri di Samarate, la palla è passata al comando di compagnia di Busto Arsizio, che indaga sul fatto. I reperti utili sul posto sono affidati all’indagine del Ris di Parma, «un reparto che viene chiamato in causa ormai con grande frequenza, non è certo un evento eccezionale il suo coinvolgimento» spiega il capitano Giorgio Piscioneri. «Anche perchè il Ris di Parma è l’eccellenza nel campo scientifico, con i suoi settori specializati in balistica, biologia, dattiloscopia eccetera. Ogniqualvolta sulla scena di un crimine vi sono tracce utili, ricorriamo a loro con fiducia».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Gennaio 2007
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