Sea e Aeroporti di Roma vanno a nozze. Alla faccia di Alitalia
Il matrimonio “consumato” all'interno della mobility conference organizzata da Assolombarda e Camera di commercio di Milano
Erano praticamente d’accordo su tutto, l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma Maurizio Basile e il presidente di Sea Giuseppe Bonomi (i primi due da sinistra, nella foto): non sembravano nemmeno due capitani di industria in concorrenza.
Nell’immaginario italiano, Basile e Bonomi dovrebbero infatti litigarsi la paternità dell’hub per Fiumicino o Malpensa. E invece, nel dibattito che si è svolto ad Assolombarda nel pomeriggio del 29 gennaio durante la mobility conference su qual è il ruolo internazionale del sistema aeroportuale italiano, non solo non rivendicavano per sé il ruolo di hub ma si sono reciprocamente, anche se sommariamente, accordati sulla spartizione del mercato aeroportuale italiano. “Non c’è concorrenza tra Adr e Sea: Abbiamo bacini territoriali e mercati diversi” dice esplicitamente Giuseppe Bonomi, presidente Sea, rincarando poi il concetto: “Sono più gli elementi che uniscono gli sforzi di Milano e di Roma che quelli che ci dividono”.
E l’ad di Adr gli fa da controcanto: “Hanno ragione Veltroni e la Moratti a dire che ormai i due aeroporti ci sono e bisogna solo pensare come farli convivere. A noi spetta trovare le giuste ricette industriali per farlo, in un’ottica internazionale, creando le infrastrutture per il loro migliore utilizzo. E poi sta alle Compagnie andare là dove pensano che ci sia il mercato”.
Un mercato dove Alitalia non è affatto l’elemento fondamentale: e qui sta il bello del curioso matrimonio tra i due gestori di aeroporti, proprio nel giorno in cui diventa esplicita la “fase uno” della strategia del governo per ristabilire un nuovo sistema aeroportule italiano: la pubblicazione delle offerte di acquisto della compagnia di bandiera.
“A Roma, a fronte di una continua diminuzione dei passeggeri Alitalia, il numero dei passeggeri in transito dal nostro aeroporto continua ad aumentare – segnala Basile –
entro il 2015 prevediamo di arrivare a cento milioni di passeggeri l’anno: è vero che Alitalia non può stare su due Hub, ma di fronte a numeri del genere ha senso preoccuparsi se Alitalia ci sarà o no?”
La risposta sembra scontata, anche nelle parole di chi guida l’aeroporto più dipendente da Alitalia. E lo è ancora di più, a sentire il presidente di Sea Bonomi, che di Alitalia è stato anche il numero uno ”Malpensa è nata da una domanda del mercato, che è in continua crescita ed è ancora parzialmente insoddisfatta: basti pensare che in Italia delle 53 tratte intercontinentali attuali, in funzione ce n’è solo 39 mentre nella sola Francoforte ce n’è 52. O che il traffico merci via aria è quantificabile in un milione e mezzo di tonnellate, 400mila delle quali vanno a Malpensa, 200 mila a tutti gli altri altri aeroporti mentre ben 900mila tonnellate di merci non sono ancora soddisfatti dal sistema aeroportuale “di linea” e utilizzano cargo privati. Il che significa che c’è ancora molto da fare".
L’Alitalia dipinta dai due gestori di aeroporto è una compagnia lenta ad adattarsi al nuovo mercato, e per questo destinata a non diventare più strategica: un giudizio impietoso, proprio nel giorno in cui la compagnia aerea statale si mette in vendita sul mercato privato. Ma che ha avuto il merito di aggregare, almeno a parole, la più bizzarra delle alleanze.
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