«Anziani e giovani le priorità di una città dimenticata»

Giuseppe Munitello è nuovo alla politica e si candida alla carica di sindaco per la Fiamma Tricolore

È nuovo alla politica, ma è sempre rimasto attento alla vita della città, come lui stesso dice. Si tratta di Giuseppe Munitello, 59 anni, pensionato, sposato e con 3 figli. Per anni impiegato tecnico in diverse aziende della zona, originario di Lecce, vive da 37 anni nel tradatese, ed è il candidato alla carica di sindaco per la Fiamma Tricolore. «È vero, è la mia prima esperienza nel campo politico, ma non è detto che le cose non si possano cambiare anche così – spiega -, sostenuti da un’ottima squadra».

Perché ha deciso di candidarsi? Perché proprio ora?
«Semplicemente perché ora avevo tempo da dedicare alla politica. Nella vita sono sempre stato un “rompino”, non lascio mai stare le cose, ma vado sempre fino in fondo. Mi hanno proposto questa carica e ho accettato. Può essere utile a Tradate e hai miei figli che mi impegni in questa avventura. È giusto dare una svolta, anche attraverso l’utilizzo di un “rompino”».

Perché con la Fiamma Tricolore?
«Sono sempre stato di destra, la mia famiglia è sempre stata di destra. Esprime tranquillamente quello che sono».

Se fosse eletto cosa farebbe per prima cosa?
«Sono diverse le battaglie che combatterei per i cittadini che sono stati dimenticati. Prima di tutte la battaglia per gli anziani e le loro famiglie, mi dedicherei a loro, alle persone che hanno più bisogno. Non ci sono istituzioni che diano un sostegno concreto a questa categoria. E poi anche i giovani, in tutta Tradate non c’è un posto per loro. Per carità, gli oratori fanno un bellissimo lavoro, ma c’è anche bisogno di altro: serve conoscere le loro problematiche, creare un centro di ascolto e di ritrovo per loro».

Come giudica il lavoro fatto dall’amministrazione uscente in questi cinque anni?
«Negativo. Non solo recentemente, ma in tutti gli ultimi 10 anni. Hanno fatto quello che hanno voluto, il bello e il cattivo tempo. Non c’è stata alcuna contrapposizione e i malumori che sono nati tra i cittadini li sento benissimo. Comunque, a dire che non hanno realizzato nulla di buono sarei un bugiardo, ma è stato fatto tutto nel modo sbagliato, a partire da un’edilizia selvaggia. Altre cose dovevano essere finite prima, c’erano altre priorità».

Ad esempio?
«I centri storici, la viabilità, la condizione idrica. E la sicurezza: va bene la Tenenza, ma ora serve responsabilizzarla».

Nove candidati sindaco in città. Cosa è successo secondo lei?
«Sono tanti e ognuno ha il diritto di dire quello che vuole. Da questo dato emerge comunque che c’è un malcontento generale, che l’amministrazione uscente non ha assolto i compiti per cui era stata eletta. I cittadini non sono stupidi, sapranno giudicare».

Come è nata la vostra lista?
«Parlandone tra di noi. All’inizio era solo un passatempo, poi ci siamo presi sul serio e abbiamo capito di avere delle possibilità per cambiare le cose. La lista, poi, è composta da soli iscritti al partito».

Cosa dire agli elettori per convincerla a votarla?
«Non mi candido per scopi privati, non ho alcun interesse, sento solo di poter fare qualcosa di utile per la città e il futuro di tutti. Sono una persona tranquilla e pulita, sono a disposizione per chi ha voglia di cambiamento. Vogliamo avere la possibilità di dire la nostra in maniera efficace».

Quali aspettative ha da queste elezioni?
«Di riuscire almeno a entrare in consiglio comunale. Lo abbiamo detto fin dall’inizio: è inutile fare voli pindarici, dobbiamo rimanere con i piedi per terra. E credo sia quello che stiamo facendo. Un buon inizio sarebbe proprio quello di ottenere un seggio da consigliere comunale per iniziare quel percorso di cambiamento che ho già accennato».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Maggio 2007
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