Franco Crespi, un ex sindaco per una candidatura “trasversale”

Già sindaco dal 1977 al 1985, Crespi torna alla carica per sbloccare il bipolarismo: «Qui siamo a Legnano, non a Roma - per il rilancio della città serve l'apporto di tutti»

La mina vagante delle elezioni comunali a Legnano ha un nome e un cognome: Franco Crespi (foto). E non si tratta di un nome e un cognome qualsiasi: sono quelli dell’ex sindaco DC che guidò la città dal 1977 al 1985. Anni che l’interessato ricorda come delicati, ancora sotto l’ombra del terrorismo, con le istituzioni da difendere. Oggi, in un contesto politico profondamente mutato, Crespi torna alla carica sostenuto dalla lista Insieme per Legnano, all’insegna della trasversalità e con un programma non privo di spunti interessanti.

Medico urologo, 69 anni, sposato, tre figlie e dodici nipoti, Crespi ha esercitato la professione medica presso gli ospedali di Rho e Legnano. Ad attrarlo alla politica, «vissuta come servizio e impegno di carità», fu, insieme ad ungruppo di amici, il suo assistente spirituale: era la fine degli anni Sessanta. Crespi fu assessore alla sanità (allora di competenza comunale) e ai servizi sociali dal ’70 al ’75, poi nel ’77 l’elezione a sindaco, «all’unanimità» ricorda con soddisfazione, da parte del consiglio comunale, come usava allora. Un mandato, all’insegna del "centrosinistra" di allora (DC-PSI) in cui la città fu adattata alla dimensione raggiunta, creando fra l’altro nuove scuole e asili e la sede della Pretura. Poi, una lunga fase di ritiro dalla vita politica («non sono della scuola degli Andreotti…»), occupata dall’impegno nel volontariato sanitario e a favore della Chiesa locale e diocesana. È tre anni fa che si riaccende una scintilla: con gli amici di un tempo e forze nuove e giovani, Crespi inizia a tessere un discorso che sfugga alle aspre contrapposizioni di un bipolarismo bloccato e ai suoi occhi negativo.

«Siamo trasversali non contro i partiti, ma per cambiare il loro modo di fare politica» afferma Crespi, che parla tranquillo, come chi è abituato a non dover strillare per farsi sentire. «Abbiamo colto nell’aria questa possibilità e volontà di smarcarsi dai partiti, verso cui c’è una forte insoddisfazione tra la gente. Per questo siamo riusciti a comporre una lista con centristi e persone orientate sia a centrosinistra che a centrodestra. E dirò di più: se i legnanesi mi vorranno di nuovo come sindaco, proporrò loro una Giunta trasversale, con esponenti scelti secondo le capacità e i meriti, non secondo le tessere». Per Crespi «al centro della nostra azione sarà sempre il cittadino: per questo siamo partiti molto prima della campagna elettorale, lavorando dal basso per costruire la nostra forza. Non abbiamo escluso i partiti: abbiamo cercato di coinvolgerli, ricevendo di volta in volta risposte positive o accuse varie di creare "libri dei sogni" o di essere "vecchi" che tornano in politica. I partiti che sembravano inclini a seguirci alle fine hanno dovuto dirci di no: Roma non ce lo consente, mi hanno detto. Roma? Qui siamo a Legnano. E siamo trasversali perchè la città ha bisogno veramente dell’apporto di tutti, che è possibile solo avendo interlocutori al di sopra delle parti».

Il programma prevede al primo punto la partecipazione dei cittadini e la più totale trasparenza amministrativa e facilità d’accesso ai documenti – aspetto su cui Crespi ha stretto un’intesa con il noto giuslavorista Pietro Ichino, che, su invito di Crespi, vorrebbe fare di Legnano un laboratorio privilegiato per la riforma dell’amministrazione pubblica. In tema di partecipazione (Crespi intende creare un assessorato appositamente dedicato) si prevede il bilancio partecipato e sociale: «Ogni anno presenteremo ai cittadini quanto ci proponiamo di realizzare e ogni fine anno verificheremo insieme ai cittadini quanto siamo riusciti a fare, il tutto in modo formale e istituzionalizzato». Vi è poi l’intenzione di reicreare le circoscrizioni locali per favorire la libera espressione dei residenti con assembleee, comitati e quant’altro. Su urbanistica e attività produttive Crespi sottolinea la necessità di rilanciare l’occupazione nell’industria, ma anche nel terziario avanzato, e di porre fine alle colate di cemento prive di servizi adeguati: «ci mancano anche un centro civico, un teatro comunale, un centro sportivo… il Legnano calcio deve allenarsi fuori città, fate voi». Per la viabilità e i trasporti, occorre che si realizzi il Sempione bis, di competenza delle province di Milano e Varese; ma serve anche riqualificare la stazione ferroviaria. Il progetto più ardito, «a lunga scadenza» sottolinea Crespi, «ma che va impostato ora», è quello di interrare la linea FS che taglia in due la città: l’esempio di Castellanza è stato contagioso. Più in generale per Crespi bisogna ragionare in termini sovracomunali su tutta una serie di argomenti, dalla mobilità ai servizi sociali e alle attività produttive: «Spiacente per la città metropolitana, che ci appare calata dall’alto, ma il nostro bacino di riferimento è l’Alto Milanese» sentenzia l’ex sindaco. E per Legnano chiede una Procura della Repubblica: «Scoraggia la corruzione» sostiene il candidato sindaco. Chi ha orecchie per intendere, intenda.

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Pubblicato il 23 Maggio 2007
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