“Il cantiere della sinistra” parte da Samarate

Rifondazione Comunista presnta i candidati alle provinciali e lancia un appello alla ricomposizione delle forze di sinistra

La sinistra è un cantiere: la nascita del Partito Democratico obbliga chi si sente ancorato fermamente a questa estremità dello spettro politico a ridefinire la propria identità prescindendo dagli schemi che hanno segnato gli ultimi dieci anni. Per discutere di questo momento decisivo della politica nazionale e locale, Riofndazione Comunista organizza per Giovedì 17 maggio alle ore 21, presso la Sala Azzurra di Villa Montevecchio a Samarate, un incontro pubblico cui prenderanno parte
Mario Agostinelli, capogruppo PRC Consiglio Regione Lombardia, Giovanni Bonometti, segretario provinciale PRC, Vittorio Solanti, Sindaco di Samarate e candidato alla Provincia per il PRC nel Collegio Samarate-Lonate Pozzolo, Giampaolo Livetti candidato Sindaco a Ferno e candidato alla Provincia per il PRC nel Collegio Somma Lombardo-Ferno.


Riportiamo di seguito l’invito esteso a tutti dagli organizzatori della serata:



Quando il 10% della popolazione mondiale detiene l’85% della ricchezza totale ed il 50% più povero dell’umanità deve spartirsi l’1% della ricchezza planetaria; quando due miliardi di persone vivono oggi con poco più di un dollaro al giorno; quando per la prima volta nella storia dell’umanità si diffonde la consapevolezza che sul pianeta il disastro ambientale causato dal malsviluppo minaccia la continuità della vita; quando a livello mondiale chi lavora vede annullati o ridotti ai minimi termini i propri diritti, c’è poco da emendare, vanno aggrediti i meccanismi di fondo che producono queste disparità.


È in questo quadro e contesto che per noi torna la necessità di un nuovo rapporto tra politica e società. Non una politica impoverita, spogliata del conflitto, ridotta a tecnica o finalizzata al mantenimento dei gruppi dirigenti delle attuali organizzazioni. Vogliamo batterci contro queste derive con uno spirito unitario, una nuova cultura politica che si alimenti dei movimenti incontrati a partire da Genova.


È da qui che formuliamo la nostra proposta e manifestiamo la nostra esigenza di un nuovo soggetto politico che deve emergere da un processo unitario e paritario: nessuna annessione e nessun semplice allargamento del partito della Rifondazione Comunista.


Non chiediamo a nessuno di annacquare la propria identità ma chiediamo invece di intraprendere un cammino che valorizzi il rapporto con le persone, con i movimenti e i conflitti sociali.


Ci interessano i luoghi aperti, le “case della sinistra” in cui si sperimentano percorsi; ci interessa il fare società, la centralità della auto-organizzazione, la relazione tra diversità.


Vogliamo proseguire l’innovazione politico culturale che abbiamo avviato nel delineare una nuova critica anticapitalistica e non definire un patto di resistenti al Partito Democratico.


Non può sfuggire infatti l’enorme e positiva novità che emerge dalle scelte della sinistra Ds e che apre la possibilità di costruire una nuova soggettività politica a sinistra, dando al nostro progetto la grande potenzialità di creare un soggetto largo, aperto, culturalmente ricco, antiliberista, ambientalista e pacifista.


Non possiamo disattendere le tante speranze di donne e di uomini che vogliono un’alternativa di società e la ricostruzione di una sinistra alternativa. Vogliamo proporre, attraverso il cimento del Cantiere a Sinistra, una sfida unitaria a tutte le sinistre, ovunque collocate, sul terreno attualissimo del mutamento radicale della società, su quello della democrazia e della laicità.


Sarebbe paradossale che, mentre nel mondo emerge il bisogno di critica alla globalizzazione, una parte maggioritaria della sinistra approdasse ad una cultura liberal democratica: il riformismo rischia infatti di essere totalmente afono ed ininfluente rispetto alle drammatiche contraddizioni che si aprono sullo scenario di questo millennio.


Questo è l’invito al “Dibattito” che proponiamo, convinti innanzitutto che si debba tener presente che il mondo in cui il “cantiere” si troverà a lavorare è proprio il mondo tutto intero, dove politiche locali e politiche globali si orientano e vincolano a vicenda, in una inevitabile reciprocità di determinazione.


Stiamo facendo scelte difficili, ma abbiamo investito sempre sulla democrazia e sulla partecipazione, sulla solidarietà politica ed umana per una nuova cultura, meticcia, diversa, in cui uomini e donne restano padroni del loro tempo, del loro spazio sociale e della loro vita.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Maggio 2007
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