La rivincita dei “gregari”
“Noi italiani siamo così. Quando ci attaccano nell’intimo sappiamo reagire, sfoderiamo le unghie e vinciamo sempre”. Paolo Bettini, in poche parole, inquadra alla perfezione una giornata memorabile per lo sport italiano
La rabbia e l’orgoglio. “Noi italiani siamo così. Quando ci attaccano nell’intimo sappiamo reagire, sfoderiamo le unghie e vinciamo sempre”. Paolo Bettini, in poche parole, inquadra alla perfezione una giornata memorabile per lo sport italiano. Una vittoria cercata, voluta e centrata con il colpo del campione. Lo slogan perfetto glielo fornisce il presidente dell’Uci, Pat McQuaid, colui che pochi giorni fa l’aveva attaccato e che ora gli tende la mano: “Veni, vidi, vici”.
Il ciclismo ha bisogno di queste giornate, ne ha bisogno come l’ossigeno. In questo ambiente, c’è tanto marcio che non dovrebbe esistere e allontana il pubblico.
Poi, ci pensano le lacrime sincere di una ragazzina, Marta Bastianelli, e il gesto di un campione, Paolo Bettini. E non facciamoci del male con il dubbio (per colpa di Landis, Vinkourov, Rasmussen e tanti altri): ci vuole fiducia.
Godiamoci la bellezza di questo sport, duro e meraviglioso, che emoziona, a volte, in modo viscerale: un lampo, frutto del sacrificio, regala sensazioni uniche, diverse da quelle di un gol o di un sorpasso in formula uno. Il ciclismo, a volte, è davvero unico. Proprio come oggi, sotto il cielo di Stoccarda, un cielo finalmente sereno, che ha reso indimenticabile la giornata di molti, soprattutto della comunità italiana di Stoccarda: 130.000 persone, quasi tutti umili lavoratori, operai e faticatori. Gregari, si direbbe in questo sport. Già, perché anche l’orgoglio di questa gente ha dato a Bettini quella spinta in più. Spiace confermarlo: le tante cattiverie scritte e pronunciate dalla stampa tedesca e dagli organizzatori locali, dimostrano, purtroppo, che da queste parti i sentimenti anti-italiani si respirano ancora. Incredibile, ma vero.
La risposta a tutto quanto di negativo si potrebbe pensare del ciclismo italiano, l’hanno data due atleti, Bettini e Bastianelli, con orgoglio sincero: tutte le considerazioni tecniche passano in secondo piano, tutte le parole dette e ripetute varrebbero, per ognuna, un titolo di giornale.
Ma più di tutto questo, valgono le immagini di gioia, in questo preciso momento, scorrono “in diretta”, al Relexa hotel di Magdtadt, quartier generale dell’Italia, dove si trova chi vi scrive. La hall è stracolma di italiani, bandiere, volti sconosciuti e commossi. Nove ragazzi festeggiano e cantano a squarcia gola: Filippo Pozzato sta brindando con Damiano Cunego, Alessandro Ballan abbraccia Davide Rebellin come fosse suo fratello, Paolo Bettini è l’amico di sempre. Atleti che per tutto l’anno si sfidano come avversari, ma che per un solo giorno, questo, hanno mostrato al mondo come si scuote l’orgoglio di un Paese.
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