Falsi permessi di soggiorno, truffati 50 immigrati
Indagate due persone: i documenti costavano mille euro l'uno, con tanto di timbri falsificati di Caritas e Ministero. Indagini partite da Gorizia
Truffa ai danni di cittadini extracomunitari in attesa di permesso di soggiorno. È l’accusa che pesa sulla testa di due persone, un quarantacinquenne di Varese, commerciante, già noto alle forze dell’ordine per piccoli reati ed un quarantunenne senegalese regolare sul territorio italiano.
Tutto è partito dalla denuncia di un cittadino senegalese rinchiuso nel centro di permanenza temporanea di Gradisca e poi espulso perché in possesso di documenti falsi ad attestare il permesso di soggiorno: lo straniero ha detto alle autorità goriziane di aver avuto le carte da un connazionale residente in provincia di Varese, a Castronno. La palla è dunque passata alla Procura della Repubblica di Varese: è partita l’indagine, coordinata dal pubblico ministero Tiziano Masini e portata a termine dagli uomini della squadra mobile della questura. Gli agenti sono risaliti a una cinquantina di casi di extracomunitari truffati con uno stratagemma ingegnoso quanto grossolano.
In sostanza, dietro il pagamento di 1000 euro a pratica e la consegna di fototessere e fotocopie del passaporto, gli extracomunitari clandestini ricevevano un documento con tanto di timbro della Caritas e firma del prevosto di Varese monsignor Gilberto Donnini, abilmente falsificati, che garantivano il permesso di soggiorno a fini umanitari e una lettera d’assunzione di quindici aziende della provincia, del tutto ignare ed estranee alla vicenda. Oltre alla lettera d’intenti della falsa Caritas, l’uomo forniva agli stranieri anche una busta con i loghi di ministero degli Interni e consiglio dei ministri contenenti un permesso di soggiorno provvisorio, anche questo ovviamente falso dato che non esiste nulla di simile nella legislazione italiana. L’italiano si fingeva tramite con le autorità, procacciava i documenti falsi e i contatti fasulli con le aziende (sono state trovate visure camerali realizzate ad hoc e tutte le ditte citate nei documenti hanno in passato avuto rapporti di lavoro con l’indagato), mentre il senegalese (che si dichiara truffato a sua volta) attirava gli stranieri, in gran parte suoi connazionali ma anche ucraini, bengalesi e così via. Entrambi respingono le accuse, rimpallandosi le responsabilità: le autorità sono però convinte che fossero complici nell’inganno, oltrettutto perpetrato ai danni di persone che spesso sono disperate e senza alternative.
Nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni dei due indagati sono stati trovati documenti, foto, passaporti fotocopiati e altri falsificati, probabile passaggio successivo della truffa. L’italiano come detto era già conosciuto dalle forze dell’ordine: per qualche piccolo reato, ma soprattutto per una vicenda passata anche agli onori della cronaca. L’uomo infatti ha ricoperto il ruolo di referente del movimento politico “Sos Italia per la difesa dell’occidente”, si è candidato alle elezioni politiche del 2006 e nello stesso anno è stato protagonista dei disordini in piazza Risorgimento a Gallarate: nel corso di una manifestazione degli islamici, alcuni membri del suddetto movimento, tra i quali il soggetto in questione, provocarono i musulmani e ne nacque una rissa, verbale e non solo. Come referente del movimento politico fu anche indagato per aver registrato firme di cittadini defunti. Le indagini proseguono sia per verificare la presenza di altri stranieri truffati, sia per individuare le effettive responsabilità dei due indagati.
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