Margutti: «Il difensore civico è utile»
Il consigliere di Forza Italia interviene a sostegno della richiesta del centrosnsitra e il diniego del sindaco Candiani
riceviamo e pubblichiamo
Mi è stata chiesta un’opinione sull’istituzione del Difensore Civico a Tradate, prevista dallo Statuto Comunale. Devo ricordare due momenti: nel 2003, avevo dichiarato, in consiglio comunale, che non lo ritenevo, in quella fattispecie, attuale e propositivo.
Cammin facendo, la coalizione formata da Forza Italia – AN – Lega si dilatò e mi resi conto che erano opportuni alcuni accorgimenti tesi a moderare eventuali ‘debordamenti’ che una maggioranza – soprattutto se troppo autosufficiente – può commettere. Il Difensore Civico può essere uno di questi accorgimenti.
Alla fine dello scorso anno, proprio per i sopracitati motivi, affermai sempre in Consiglio Comunale che avevo rivisto la mia precedente posizione, e che ritenevo opportuna l’istituzione del Difensore Civico per motivi di ‘controllo e stimolo’ democratico.
Ero e rimango convintissimo – parlo a livello generale e non solo di Tradate – che siamo passati dalla presenza di troppa politica (durante la cosiddetta Prima Repubblica) al nulla della politica (nella situazione attuale): l’antipolitica di oggi serve infatti per fare un’altra politica, che non condivido e che combatto. Ricordo che in tale occasione il consigliere di minoranza avvocato Luca Carignola (DS), con leggera ironia, affermò che il mio era un tardivo pentimento e non valutò affatto le motivazioni di questa mia posizione. Peccato, perché avremmo potuto far crescere meglio la attenzione sulla questione, senza strumentalizzarla solo alle scadenze.
Cambiare opinione è lecito, purchè in modo lineare, trasparente e motivato. Ho cambiato opinione in epoca non sospetta, molto prima delle elezioni comunali e l’ho comunicato pubblicamente. Pertanto condivido la posizione di quelli che sono favorevoli all’istituzione del Difensore Civico, perché è utile, perché la politica non può essere ridotta – come troppo spesso accade oggi – a pura fedeltà al capo. I consiglieri comunali devono essere ritenuti teste e non numeri, e come tali devono comportarsi. Da qui nasce questa mia dichiarazione, che scaturisce da un mio convincimento e pertanto è assolutamente personale.
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