Il vecchio question time va in soffitta, il calzaturificio Borri no

Botta, risposta e scaricabarile sull'immobile acquistato otto anni fa dal Comune e inutilizzato

In consiglio comunale giovedì sera alle comunicazioni del sindaco hanno fatto seguito per l’ultima volta gli interventi "liberi" in base al vecchio comma 12.8 del regolamento "uscente". Con quello nuovo, in vigore dalla prossima seduta, il question time andrà dopo le delibere, ed eventualmente a precedere mozioni e interrogazioni, scelta deplorata da Corrado (Prc), che di questo spazio "da tribuna" aveva sempre fatto ampio uso e, quasi commosso nel prendere la parola, si esprimerà d’ora in poi, dichiarava, anche tramite il suo blog di cui farà «un 12.8 virtuale». Diego Cornacchia salutava la fine della Seconda Repubblica (e con essa del proprio stesso partito, Forza Italia) con la nascita del Partito della Libertà. Cornacchia chiedeva anche un sindaco più «decisionista» e «meno ecumenico», lodando le ultime estrenaizoni in tal senso di Farioli. Per parte sua la Lega Nord, con Luciana Ruffinelli, ricordava la telenovela dei rifiuti in Campania, regione amministrata (male) dal centrosinistra, sottolineando che a Napoli la raccolta differenziata è al palo allo scandaloso valore del 7,7% (Lombardia: oltre il 50%), che non abbisogna di commenti. 

Da qui si scatenava il contrattacco di Valerio Mariani (Ulivo), che non aveva certo bisogno di scendere fino a Napoli per trovare motivi di contestazione: bastava attraversare la strada. Sull’onda di una recente proposta del presidente Speroni di vendere il calzaturificio Borri, visto che non si riesce a decidere sul da farsi, Mariani tuonava indignato: «Otto miliardi di vecchie lire di fondi della UE, è uno scandalo che la Lega parli di sprechi». L’acquisto dell’immobile, perfezionato sullo scorcio dell’ultimo mandato di Gianfranco Tosi (1997-2002), non ha portato finora a nessuna destinazione definitiva, nonostante le tante idee e progetti. Cislaghi (gruppo misto) lodava l’assunzione di dieci nuovi vigili (sui 19 disponibili per l’intera provincia!) perfezionata dall’amministrazione comunale, e Fontana (Busto dei Quartieri) richiamava le "spine" Accam e Agesp Trasporti – l’una per i cittadini, l’altra per l’amministrazione. Ma il calzaturificio Borri, come un’idra dalle teste che più si tagliano più rispuntano, sbucava fuori anche durante discussioni che non c’entravano per nulla, in una polemica a latere andata avanti buona parte della serata.

Ad esempio, parlando della proposta Speroni per estendere l’uso dell’etilometro, l’ex sindaco Gianfranco Tosi coglieva la palla la balzo per replicare a Mariani e difendere a spada tratta l’acquisto del Borri: «C’era un progetto preciso per un auditorium da mille posti, un parcheggio da 500 posti auto, strutture ad uso del Comune e la sede della polizia locale. Avessi governato per altri due anni si sarebbe realizzato tutto. Altro che spreco: è stato comunque un investimento, oggi il Borri vale più di quando lo abbiamo comprato». Un’arrampicata sugli specchi, per l’opposizione: «un’elencazione dell’"avrei voluto fare"» (Mariani). «Il Borri? Un patrimonio rilevante su cui l’amministrazione intende lavorare»: così il sindaco, confermando che si brancola tuttora nel buio. Mazzate durissime piovevano anche da Luigi Rosa, successore di Tosi e predecessore di Farioli a Palazzo Gilardoni, che non non ci stava affatto a passare per l’affossatore dell’ex calzaturificio. «I progetti, quello originario e poi gli adeguamenti per fare spazio ad altre richieste delle forze dell’ordine, li trasmettemmo al governo Berlusconi, che non li degnò della minima attenzione. Invano chiedemmo ai numerosi politici locali di centrodestra, allora al potere a Roma, di attivarsi». Come a dire: le chiacchiere stanno a zero. Del resto, Carnevale non è ancora arrivato, tranne forse che in consiglio comunale.

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Pubblicato il 11 Gennaio 2008
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