Malpensa, “I problemi restano ma sospendo il digiuno”

Massimiliano Didò, in sciopero della fame per ottenere attenzione sui problemi dello scalo, ha deciso di fermare la sua protesta

Il membro del Partito Socialista Massimiliano Didò ha sospeso lo sciopero della fame, intrapreso domenica 13 gennaio. La protesta pacifica era stata avviata per sensibilizzare la stampa sulle responsabilità degli amministratori nei confronti della crisi di Malpensa. Riceviamo e pubblichiamo le ragioni che l’hanno portato a interrompere il digiuno.

Ho sospeso ieri sera alla mezzanotte l’azione di protesta pacifica iniziata il 15 gennaio per i seguenti motivi: il primo quello di essere riuscito ad evidenziare le gravi responsabilità delle amministrazioni locali sulla vicenda di Malpensa (peraltro emerse in modo trasversale anche durante gli Stati generali promossi dalla Provincia di Varese) e l’inutilità di un’azione politica fine a se stessa propagandista vincolata a soluzioni del tutto irrealistiche (come la compagnia area del Nord); il secondo motivo è l’avere constatato finalmente il coinvolgimento delle parti sociali (imprenditori e sindacati) che dovrebbero garantire in futuro una valutazione più approfondita dei problemi e l’individuazione di soluzioni concrete per l’aeroporto ed i lavoratori coinvolti.

Ho parlato di azione di protesta sospesa perché al di là degli aspetti sopra evidenziati restano molti i punti sospesi e le criticità emerse durante il dibattito presso l’Università dell’Insubria che, di fatto, si è conclusa con l’approvazione di alcuni punti già noti ed acquisiti universalmente: la progressione nella riduzione dei voli per dare tempo alla SEA di organizzarsi, la scelta del libero mercato e dell’open sky, gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, oltre al completamento delle infrastrutture di collegamento sono certamente punti qualificanti ma del tutto insufficienti a risolvere la crisi di Malpensa.

In primo luogo non si affronta il nodo gestionale degli aeroporti:   l’autonomia dalla politica nelle scelte operative, il clientelismo, la carenza delle risorse finanziarie e la mancanza di qualsiasi strategia di alleanza tra SEA ed altri enti gestori di aeroporti a livello internazionale. Tutto questo dovrebbe tradursi in una nuova struttura societaria per SEA, attraverso la sua quotazione o la costituzione di una Fondazione che valorizzi l’investimento e la partecipazione dell’Ente pubblico. Del resto non si può certo rivendicare l’open sky (cioè il libero mercato delle rotte) e pensare di mantenere un controllo pubblico assoluto sull’ente che gestisce gli aeroporti come quello vissuto negli ultimi anni. In secondo luogo nessuno ha indicato espressamente la necessità di realizzare la terza pista ed il terzo satellite, anche se questa risulta essere la scelta più chiara e trasparente che SEA ed Enti locali (in primo luogo la Regione tramite il P.R.G.) possono fare per rassicurare i lavoratori sullo sviluppo futuro di Malpensa. Per finire non è stato ancora chiarito quale sarà la scelta operativa di fondo che verrà compiuta, se cioè l’aeroporto sarà ancora vincolato ai destini di un’unica compagnia (ritornando ad essere un hub ma con il rischio di incorrere nuovamente nelle vicissitudini di questi giorni) o se diventerà una “porta” aperta sull’Italia e sull’Europa e pertanto aperto a più compagnie, (come prevedeva originariamente il progetto “Malpensa 2000”).

Anche il Partito Democratico è apparso alquanto generico e mi sarei aspettato un documento più articolato e specifico al posto di enunciati che non hanno permesso di sviluppare un confronto sulle possibili soluzioni. D’altro canto è indubbio che in un Governo dove 18 Ministri su 25 sono del PD, è su quest’ultimo che ricada la responsabilità maggiore di aiutare Malpensa. Quindi ben vengano accordi bipartisan, purché non al ribasso o rivolti ad individuare soluzioni pasticciatecome nel passato.

Intanto il Comitato per la costituente socialista si riunirà lunedì sera (per la seconda volta in una settimana) a Somma Lombardo) per valutare ulteriori iniziative da assumere per dare forza alle nostre proposte.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Gennaio 2008
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