Cartiera Besozzo: il documento delle rappresentanze sindacali
La posizione delle rappresentanze e delle organizzazioni sindacali Slc-Cgil e Fistel-Cisl
Riceviamo e pubblichiamo
La produzione cartaria nel settore decor risente a livello mondiale della difficile congiuntura dettata dalla sovracapacità produttiva installata, che ha già portato le più grandi imprese europee a chiudere i siti produttivi. In Italia si sta evidenziando una forte crisi del settore cartario che ha portato nel corso del 2007 alla chiusura delle cartiere di Ascoli, della Burgo di Marzabotto e del sito produttivo di Vaprio d’Adda altro stabilimento del gruppo Munksjo (che dipendeva dalla direzione di Besozzo).
Cosa rivendichiamo?
In primo luogo un diverso piano industriale che si differenzi sostanzialmente da quello sin qui sviluppato:
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Questa direzione negli ultimi 10 anni ha gestito molti milioni di euro in investimenti (che il sindacato non ha condiviso e spesso criticato) che non hanno prodotto utili ma risultati economici sempre più negativi e nonostante l’avvicendamento dal 1998 ad oggi dei vari gruppi Smurfit, Munksjo ed EQT, continua a reggere indisturbata le sorti dell’azienda.
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Il sindacato unitamente alle RSU ritiene che sia arrivato il momento di una svolta radicale nella gestione prima che sia troppo tardi ed è per questo che da settimane chiede un colloquio diretto con la dirigenza svedese che al momento sta temporeggiando in un assordante silenzio.
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Inoltre la parte sindacale non vuole coinvolgere solamente la dirigenza svedese ma anche tutti i soggetti istituzionali interessati quali Comune, Provincia e Regione e le controparti confindustriali. In questi giorni peraltro è stata inoltrata la richiesta affinché la prossima riunione del CAE (Comitato Aziendale Europeo) venga convocata a Besozzo e non in Svezia.
Necessità immediate:
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E’ fuori dubbio che la questione energetica è elemento centrale della crisi nel settore cartario quindi non è più rinviabile una discussione che coinvolga tutte le parti pubbliche e private per elaborare progetti ed interventi per un nuovo piano energetico nazionale dedicato al settore. L’urgenza è quanto mai forte vista l’escalation dei prezzi petroliferi e delle materie prime.
Per affrontare la crisi del settore servono interventi strutturali immediati nel breve:
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Necessita che lo sconto sull’accisa del gas sia reso strutturale
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ottenimento dell’aliquota minima sulla tassazione energetica
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incentivazione per la cogenerazione identica ai livelli degli altri paesi europei
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contratti a lungo termine per il gas
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la centrale termoelettrica dello stabilimento di Besozzo risale al 1962 ed il suo rendimento non è certo paragonabile ad una nuova centrale di co-generazione al cui progetto potrebbero partecipare anche le Amministrazioni Locali così come è successo per lo stabilimento del gruppo Munksjo di Unterkochen in Germania.
Chiediamo una diversa e più solidale gestione degli ordini all’interno del gruppo per evitare quello che oggi accade cioè che le commesse destinate a Besozzo vengano dirottate presso gli altri siti produttivi del gruppo con scelte non sempre trasparenti.
Chiediamo alla direzione più attenzione alla gestione del personale e delle risorse umane per non disperdere le professionalità attualmente presenti difficilmente reperibili sul mercato.
Non siamo più disponibili al ricorso della cassa integrazione ordinaria (Cigo) che in questo periodo viene utilizzata in maniera strumentale e che incide sui salari dei lavoratori e nelle casse dell’ente previdenziale (INPS). Siamo invece interessati ad un confronto con l’azienda su un progetto strutturale, in cui la salvaguardia dei livelli occupazionali ed il mantenimento dell’attività produttiva siano i cardini fondamentali di un possibile rilancio.
RSU SLC/CGIL FISTel/CISL
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