Il “Ciclope” torna a camminare sulle strade dei Mondiali

Il mega tandem da sedici posti nato nel 1974 è stato rimesso in sesto dai figli e nipoti dei suoi creatori di allora: "Speriamo di poter sfilare all'ippodromo"

Il Mondiale di ciclismo porta sulle strade i campioni delle due ruote e la passione della gente, ma anche tante storie condite da una buona dose di sano folklore. Una di queste, tra le più divertenti e particolari, arriva da Inarzo e ha radici lontane. Nel 1974, in piena austerity da crisi petrolifera, con l’obbligo di lasciare la macchina a casa per evitare di consumare benzina. Ad un gruppo di amici guidati dai fratelli Vanoi, titolari dal 1973 di un’officina meccanica nel piccolo paese ad un passo dal lago di Varese, venne un’idea: costruire un mezzo a pedali, una sorta di mega tandem a 16 posti, quattordici pedalanti e due no. Così, dall’iniziativa nata fuori dal bar del paese, nacque il “Ciclope” (per capire il senso del nome basta osservare il muso del mezzo, al centro del quale campeggia un grande faro che ricorda l’unico occhio della mitica stirpe di giganti), opera meccanica senza eguali, costruita con quello che trovarono compresi materiali di recupero, capace di aggredire la strada grazie alla forza delle gambe di quel gruppo di ragazzi di allora. Poi, dopo qualche prestito per feste del paese, carnevali e sfilate varie, il “Ciclope” è stato messo nel dimenticatoio, parcheggiato nella vicina tessitura Piatti a prendere acqua, sole e vento.  

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Con l’arrivo dei Mondiali di ciclismo i figli di quella generazione hanno deciso di rimettere in pista il mezzo a pedali: due mesi di lavoro, qualche sistemazione alle parti meccaniche e ai sedili, impianto elettrico per clacson e luci rifatto e via, pronti a tornare a sfilare per strada. «L’ultima volta che l’avevamo usato era il mio diciottesimo compleanno – spiega Massimo Vanoi, 36 anni, figlio di quell’Ugo che insieme a suo fratello diede vita al “Ciclope” -. L’idea è venuta sempre al bar: perché non provare a recuperare il tandem e portarlo in giro sulle strade dei mondiali. Così, con i ragazzi della mia età, qualcuno più giovane, qualcuno più datato, ci siamo messi sotto e per due mesi, due sere alla settimana, ci siamo trovati e lo abbiamo rimesso in sesto. Appassionati di ciclismo? No, più che altro un gruppo di matti che ha ancora voglia di divertirsi». Ieri, martedì 23 settembre, il ritorno in strada del "Ciclope" con ai pedali Massimo, Fabrizio, Ivan, Gianmaria, Dennis, Mauro, Davide, Simone, Antonillo, Emanuele, Marco, Drughi, Dodo, Paolo e Srefano, seguiti dall’ammiraglia guidata da Giovanni e Alessandra. Le misure del velocipede sono quelle massime consentite per circolare su strada: 6 metri di lunghezza per 1,2 di larghezza. I posti per i pedalatori sono 14, più due ospiti che non devono fare fatica, i colori quelli dell’Italia: «In mezzo c’è una pedana – spiega Massimo Vanoi -, indispensabile per portare in giro la damigiana di vino, immancabile. Speriamo di poterlo portare fino all’ippodromo: sfilare nella casa dei mondiali sarebbe veramente bello». Non solo per loro, ma per tutti coloro i quali potranno vedere, o rivedere, il “Ciclope” all’opera.

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Pubblicato il 24 Settembre 2008
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