Marantelli: “Malpensa, sconfitta bruciante per il governo”

L'onorevole del Pd ha presentato un ordine del giorno votato dalla maggioranza della Camera: anche Lega e 15 deputati del Pdl hanno votato col Pd

«Noi siamo coerenti, abbiamo la stessa voce a Milano, Varese e Roma». Daniele Marantelli, onorevole varesino del Partito Democratico, presenta così l’importante voto al decreto Alitalia di ieri (22 ottobre) alla Camera: ad appoggiare il Pd anche la Lega Nord, l’Udc e 15 deputati del Pdl che hanno portato il conto a favore dell’ordine del giorno firmato Marantelli-Fiano a 271 sì, 212 no e 21 astenuti. L’onorevole varesino è raggiante e incassa il successo politico: «Il governo ha subito una sconfitta bruciante. Il loro slogan in campagna elettorale era salvare Alitalia e rilanciare Malpensa, ad oggi non hanno fatto né l’una né l’altra cosa – attacca Marantelli -. Cai non è Alitalia, con la cordata di imprenditori al vertice sarà una compagnia regionale di corto-medio raggio e poco altro. Noi abbiamo lavorato per limitare i danni e salvare il salvabile: sul decreto in sé abbiamo votato contro, la Ue procede sulla strada dell’infrazione e ci sono molti dubbi di costituzionalità. Il governo ha buttato tutte le negatività nella bad company, lasciando agli azionisti di Cai, i quali legittimamente fanno i propri interessi, asset e aerei». Nel decreto Alitalia, che passerà in Senato entro la prossima settimana, è data la possibilità al commissario straordinario di vendere complessi aziendali e individuare l’acquirente con trattative private anche di pezzi minori dell’azienda, come beni, contratti o aerei in eccedenza; inoltre sono inserite le deroghe all’antitrust per eventuali monopoli individuati; sono inserite misure di sostegno agli esuberi, una norma salva-precari, la tutela dei piccoli risparmiatori con un fondo ad hoc; è stata tolta la cosiddetta norma salva-manager, mentre aumenterà del triplo la portata della tassa d’imbarco (da 1 a 3 euro) per sovvenzionare il passaggio alla nuova compagnia aerea e per incrementare il fondo speciale per i dipendenti di Alitalia.  

«Gli ordini del giorno che abbiamo presentato noi del Pd sono stati tre. I primi due, sul monitoraggio nei primi sei mesi del decreto Alitalia e sulle misure in favore dei lavoratori e delle imprese dell’indotto, sono stati accolti. Il terzo, più complesso, è stato votato a maggioranza dalla Camera: abbiamo puntato sulla liberalizzazione degli slot inutilizzati a Malpensa, consentendo ad altri vettori interessati di operare per garantire una reale pluralità di offerta; sulle merci, che Cai vuole vendere ma che noi riteniamo chiave per lo sviluppo del sistema Paese e per esportare i prodotti del Nord Italia che altrimenti partirebbero da Francoforte; sulla riattivazione del confronto con gli enti e con Sea, a partire dal Tavolo Milano per delineare un coerente piano di sviluppo del sistema aeroportuale milanese con le infrastrutture necessarie anche in previsione dell’Expo 2015 – spiega Marantelli -. La politica del trasporto aereo la deve fare il governo, non Alitalia o Cai. Questa maggioranza fa confusione, ci sono continui ritardi sull’Expo con il decreto che non arriva: Berlusconi vuole tenere sulla corda Formigoni e la Moratti, si capisce. Forse non tutti ricordano che avevano promesso un consiglio dei ministri a Malpensa: speriamo arrivi prima della fine del millennio. In tre mesi hanno umiliato in Nord tre volte: con lo schiaffo a Malpensa, con le concessioni autostradali trentennali regalate penalizzando utenti e pendolari, con gli aiuti a Catania e Roma e la contemporanea mancanza di finanziamento ai secondi lotti delle tangenziali di Como e Varese. Il Pd non ci sta, l’attenzione sarà altissima sia per la vicenda Alitalia sia per Pedemontana e le altre partite in corso, cercando di rimediare all’atteggiamento arrogante del governo nei confronti del Nord».    

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Pubblicato il 23 Ottobre 2008
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