Massimiliano Pironti “Il mio Peter Pan? E’ un furbetto”

Sabato 28 e Domenica 1 marzo, al Teatro Apollonio, torna la fiaba dell'eterno bambino. Abbiamo intervistato il protagonista del musical

E’ stato lo spettacolo più visto nelle scorse stagioni teatrali, con oltre 400.000 mila presenze e una tournèe che ha toccato tutta Italia. Si è aggiudicato il premio “Biglietto d’oro AGIS” e il “Premio Gassman per la miglior Regia” e il suo successo è sempre crescente. Stiamo parlando di Peter Pan”, il musical del Teatro delle Erbe che sabato 28 alle 21 e domenica 1 marzo alle 17 torna al Teatro Apollonio di Varese per la sua terza stagione teatrale.
Interprete dell’eterno bambino è Massimo Pironti, ventisettenne romano che ha sostituito il collega Manuel Frattini, già noto al pubblico più giovane per aver interpretato Pollo nel musical “Tre metri sopra il cielo” e per aver partecipato al programma “Amici” nel 2004.
La favola dell’ "Isola che non c’è" è raccontata con canti e coreografie sulle musiche di Edoardo Bennato ma per capire cosa vuol dire vivere, almeno per un po’, nel mondo delle fiabe abbiamo lasciato la parola al protagonista Pironti.

Coprire un ruolo reso celebre da Manul Frattini è una bella responsabilità, come l’hai affrontata?
«All’inizio ero terrorizzato, arrivavo dopo Manuel con un ruolo da protagonista. Poi ho eliminato questi pensieri dalla testa, ho iniziato a studiare il copione, a lavorare e ad entrare nella parte con l’aiuto del regista Maurizio Colombi. Ho superato il personaggio di Pollo che interpretavo nel musical “Tre Metri sopra il cielo” e ho iniziato a calarmi in Peter Pan».

Prima di lasciarle questo personaggio Manuel Frattini ti ha dato qualche consiglio?

«E’ venuto alla prima dello spettacolo a Monza e mi ha detto di cercare il Peter Pan che c’è in me, seguire quello che ho dentro, il mio istinto».

La storia è quella di un uomo che non vuole crescere mai. Per interpretare una favola così bisogna soffrire della sindrome di Peter Pan?
«Forse si, ti permette di capire meglio il personaggio. La cosa più difficile di Peter Pan è che è un personaggio fantastico, non è reale e non lo puoi interpretare come se fosse un bambino. E’ avvolto da un’aura fantastica».

Quindi interpretare un personaggio fiabesco, rispetto ad uno reale, come poteva essere Pollo, è più difficile…
«Si, in Pollo la recitazione era più naturale ma a Peter Pan devi dare una recitazione da cartone animato, stando “sopra le righe” senza mai esagerare».

Com’è questo Peter Pan?
«E’ un furbetto, un po’diavoletto. Con Trilly e con i bambini del mondo che non c’è è duro e si addolcisce solo con Wendy, la persona che gli fa scoprire un sentimento nuovo che si avvicina all’amore.»

Dicono che con Peter Pan hai imparato a volare, è vero? Quale sensazione si prova?
«E’ bellissimo, la cosa più bella di Peter Pan. Io mi diverto davvero, come un bambino e il pubblico rimane incantato vedendomi sospeso in aria.»

E quale sensazione vive un uomo/attore quando si immerge in una favola?

«E’ fantastico. Questo lavoro ti dà la possibilità di estraniarti completamente dal mondo reale ed immergerti in quello delle fiabe. Entri in una sfera fantastica e diventi parte della fiaba per un po’».

Questo è uno degli spettacoli più visti nelle due scorse stagioni teatrali, secondo te qual è il motivo per cui è riuscito a conquistare tanto pubblico?
«Il segreto sta nel titolo, è una fiaba senza tempo che piace sempre, è universale. Poi ci sono le musiche di Edoardo Bennato, uno dei più grandi cantautori italiani e anche questo è importante, le canzoni che accompagnano lo spettacolo sono molto belle».

Quale altro personaggio ti piacerebbe interpretare?
«Non lo so, non ho un personaggio in particolare ma quelli delle fiabe mi piacciono molto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Febbraio 2009
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