I delegati Uci in visita a Mendrisio
Vittorio Adorni ha accompagnato Chevallier e Colliou: «Sarebbe stato il circuito adatto a me»
Stringono i tempi per il mondiale di Mendrisio, dove i preparativi per la kermesse iridata del prossimo settembre sono ormai entrati nel vivo.
Nella cittadina ticinese in questi giorni sono stati ospiti i delegati dell’Uci, l’Unione Ciclistica Internazionale, che si occupano di verificare come procedono i lavori in vista dell’evento su strada. Si tratta dei medesimi funzionari che seguirono l’avvicinamento al mondiale di Varese, ovvero Philippe Chevallier, Philippe Colliou (nella foto) e il grande Vittorio Adorni insieme a Marc Chovelon.
I rappresentanti dell’Uci hanno incontrato gli organizzatori dei Mondiali di Mendrisio in una serie di riunioni che hanno permesso di definire i diversi dettagli dell’organizzazione della manifestazione.
«Il Mondiale è una competizione particolare che richiede il massimo sia da parte nostra sia da parte degli organizzatori. A Mendrisio ci sono tutti i presupposti per un grande spettacolo sportivo» ha dichiarato Chevallier al termine delle diverse perlustrazioni sul percorso.
Adorni, ultimo campione del mondo italiano in patria prima di Alessandro Ballan (era il 1968 quando il parmense vinse a Imola) ha espresso dal canto suo grande apprezzamento per il circuito: «Sarebbe stato adatto alle mie caratteristiche. È probabile che sul traguardo arrivino due-tre corridori assieme, atleti in grado di giocarsi le proprie carte vincenti solo negli ultimi giri».
«Il Mondiale è una competizione particolare che richiede il massimo sia da parte nostra sia da parte degli organizzatori. A Mendrisio ci sono tutti i presupposti per un grande spettacolo sportivo» ha dichiarato Chevallier al termine delle diverse perlustrazioni sul percorso.
Adorni, ultimo campione del mondo italiano in patria prima di Alessandro Ballan (era il 1968 quando il parmense vinse a Imola) ha espresso dal canto suo grande apprezzamento per il circuito: «Sarebbe stato adatto alle mie caratteristiche. È probabile che sul traguardo arrivino due-tre corridori assieme, atleti in grado di giocarsi le proprie carte vincenti solo negli ultimi giri».
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