«Per sconfiggere la crisi formiamo i collaboratori»
L'Associazione Artigiani si prepara al congresso provinciale con un incontro sulla formazione dei collaboratori. Paolo Rolandi: «Non stiamo licenziando, anzi continuiamo a creare occupazione ma i giovani devono stare con noi»
E’ stato dedicato ai giovani imprenditori dell’assoziazione il primo incontro preparatorio di tre in vista del congresso provinciale dell’Associazione Artigiani che si terrà il 27 e 28 giugno prossimi. Questa mattina, sabato 21 marzo, una trentina di associati hanno patecipato all’assemblea sul tema della "formazione dei collaboratori nella piccola impresa artigiana". L’incontro è stato condotto da Paolo Rolandi (foto a sin), presidente del gruppo giovani imprenditori dell’associazione, alla presenza di Giorgio Merletti, presidente in carica dell’associazione, e del docente della Bocconi Paolo Preti che ha inquadrato la situazione a livello generale. Nel particolare della provincia di Varese è entrato Paolo Rolandi il quale ha sottolineato quanto i giovani artigiani stanno facendo di buono in questo momento di crisi: «Non stiamo licenziando e questo è già un dato importante – afferma subito Rolandi – stiamo addirittura crescendo ancora come occupazione con un tendenziale per il 2009 del + 0.3%. Questo perchè vogliamo formare i nostri collaboratori affermando il nostro ruolo sociale di imprenditori. Da sempre puntiamo sul capitale umano e ancor di più vogliamo crederci oggi a partire dall’orientamento nelle scuole e ancor prima dai genitori dei ragazzi che per i loro figli sognano sempre liceo e università tralasciando che il Paese richiede imprenditori che sappiano fare un mestiere, imprenditori di loro stessi e i giovani devono saper cogliere queste opportunità partendo da genitori consapevoli che seppure sognano un figlio avvocato questo avrà meno opportunità lavorative di un figlio pasticcere».
La provocazione è contornata da esempi pratici e da storie di vita reale che gli artigiani presentano nelle scuole. Il geologo che non trova lavoro nel suo settore e mette in piedi una piccola impresa di bio-edilizia, l’ingegnere che si mette a costruire artigianalmente canoe e imbarcazioni, il laureato in marketing e management che vende i pasticcini del laboratorio da lui aperto, in tutto il mondo. Di questa pasta sono fatti gli imprenditori artigiani moderni gente che, come ha detto provocatoriamente il presidente Merletti «non ha più l’anello al naso». Lo stesso Merletti (foto a destra) non può evitare di fare il punto sulla situazione del settore in un momento di crisi: «Fermo restando che gli artigiani hanno un’insolvenza media verso le banche che è passata dall’0,8% all’1,5% vogliamo ricordare che la grande industria sta toccando il 7%. Nonostante questo le banche hanno chiuso la linfa vitale che tiene in piedi il settore, il credito – afferma Merletti – e a nulla servono i Tremonti-bond se per averli bisogna passare da Confidi che, però, rischia al posto della banca e non ha abbastanza capitale sociale per approvare nuovi investimenti per le imprese. Qualcuno, come la nostra associazione, ha messo a disposizione di Artigianfidi (equivalente di confidi per gli artigiani) 50 milioni di euro che in un mese sono andati a ruba. Se anche Provincia, Regione e qualcuno che sta più in alto facesse la stessa cosa la situazione migliorerebbe».
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