Protesi d’anca “meno invasiva”: esperti si confrontano

Il primario del Galmarini Fusco e il collega del san Gerardo Zatti condurranno il convegno in programma il primo aprile a Villa Truffini

“La protesi d’anca: vie d’accesso anteriore e anterolaterale in un’ottica di minore invasività” è il titolo del convegno che si svolgerà mercoledì primo aprile a Villa Truffini.
Organizzato dall’Unità Operativa di Ortopedia del presidio, diretta dal dott. Umberto Fusco, il consesso medico ospiterà relatori di fama nazionale e internazionale che approfondiranno le ultime novità infatti di chirurgia con il più basso impatto attualmente possibile per il paziente a cui si deve trapiantare una protesi d’anca.
In questo ambito, ci sono alcune tecniche che prediligono l’accesso – cioè l’incisione che si pratica per accedere all’osso – anteriore o anterolaterale, che prevedono che la persona sia in posizione supina sul lettino operatorio.
Le due tipologie chirurgiche saranno analizzate e messe a confronto nel corso del convegno che sarà moderato dal professor   Giovanni Zatti e dal dott. Fusco.
“Nella maggioranza dei casi – spiega il dott. Fusco, alla guida del reparto di Ortopedia dal 1998 – in Italia viene utilizzata la via posteriore,in cui il paziente deve stare sul fianco. Con la posizione supina ci sono numerosi vantaggi dal punto di vista ortopedico, ma anche e soprattutto dal punto di vista anestesiologico e cardiologico, perché qualsiasi problematica può essere affrontata più facilmente e il paziente è meglio sotto controllo”.
Anche l’ospedale di Tradate porterà la sua esperienza in questo settore. “Nel nostro reparto – prosegue il primario – abbiamo sempre utilizzato la via anterolaterale a paziente supino, metodica che ho ereditato dal chirurgo ortopedico di fama mondiale Prof. Renato Bombelli, alla cui Scuola sono cresciuto, che ha diretto il reparto di Busto Arsizio dove ho lavorato dal 1980 al 1998. Con questa tecnica realizziamo quasi 200 protesi d’anca l’anno che, aggiunte alle oltre 100 protesi di ginocchio e agli altri interventi, in totale 1450, ci posiziona in una fascia medio alta tra i reparti di ortopedia”.
 
Una tecnica, quella praticata dal dott. Fusco e dalla sua équipe, che porta vantaggi per il paziente in termini di più modeste lesioni sia cutanee sia di tendini e muscoli nonché dal punto di vista dei tempi di riabilitazione.

Nel corso del’evento formativo, ci sarà anche uno spazio dedicato al “risparmio” di sangue che si può effettuare proprio nel corso di questo tipo di intervento. Ne parlerà il dott. Ivo Beverina, responsabile del Servizio di Medicina Trasfusionale del “Galmarini, che, in collaborazione con l’Ortopedia ha messo a punto un progetto che è stato premiato nel 2007 a un congresso nazionale degli specialisti di questo settore.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Marzo 2009
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