In due milioni rispondono alla chiamata della Cgil
I manifestanti hanno sfilato in cinque cortei. Sul palco del Circo Massimo anche Franceschini, Vendola, Cofferati, D'Alema e Veltroni
Erano due milioni i lavoratori (dato fornito dagli organizzatori) che hanno risposto alla chiamata della Cgil. Sono arrivati a Roma da tutta Italia in rappresentanza di tutte le categorie. Una fila interminabile di pullman, almeno 5000, quaranta treni speciali e due navi.
Una manifestazione nazionale formata da cinque cortei per protestare contro la politica del governo. Alla fine sono arrivati al Circo Massimo, dopo aver sfilato per le vie della Capitale. Provenivano da tutta Italia e rappresentavano tutte le categorie. «Da varese – racconta Sara G., giovane studentessa varesina – siamo partiti venerdì sera alle 23. Eravamo in tanti, circa 1400 persone, c’era una fila di 27 pullman. Siamo arrivati a Ponte Mammolo a Roma questa mattina (sabato 4 aprile ndr), poi abbiamo preso il metro fino alla Tiburtina, da dove partiva il nostro corteo. Arrivati alla conca del Circo Massimo il colpo d’occhio era emozionante, lì c’era il mondo». Quel mondo” che Guglielmo Epifani sintetizza con una frase lapidaria: «È stata una delle più grandi manifestazioni di sempre».
Sul palco sono saliti e hanno preso la parola un operaio, una pensionata, un immigrato e alcuni precari, mentre i generali Cofferati, Veltroni, Franceschini, Vendola, D’Alema osservavano quel mare di bandiere rosse e palloncini.
« Questa manifestazione – ha detto Epifani – rappresenta quella parte d’Italia che vuole superare la crisi, ma chiede dignità, rispetto verso i propri problemi e la propria condizione. Un messaggio molto positivo, fermo, determinato, con cui però si chiede al governo e alle imprese di fare di più».
Epifani ha toccato tutti I punt che stanno tenendo banco in questi giorni al G20: dal ruolo dei manager, alle nuove regole più etiche necessarie alla finanza, fino a toccare la questione dei paradisi fiscali.
«La crisi economica in corso – ha sottolineato il segretario generale della Cgil – ha posto un problema di moralità. Le classi dirigenti devono uscire dal loro egoismo, dal loro conservare il loro potere, lasciando fuori tutti gli altri. Bisogna invece affrontare i problemi insieme. Non può essere ‘mondo è, mondo sarà’ come diceva il padrone Caradonna a Giuseppe Di Vittorio, più o meno la stessa frase del Gattopardo: "Cambiare tutto perché nulla cambi". La storia del 900 è una storia di sfide a cambiare, a includere, a valorizzare la conoscenza e i sapere, restando tutti insieme per dare risposte a chi oggi non ne ha».
«Viva la Cgil, viva il mondo del lavoro». Ha chiuso così il suo intervento il segretario generale, Guglielmo Epifani, tra gli applausi del Circo Massimo. Per lasciare il finale a "Bella ciao" suonata dai Modena City Ramblers.
Una manifestazione nazionale formata da cinque cortei per protestare contro la politica del governo. Alla fine sono arrivati al Circo Massimo, dopo aver sfilato per le vie della Capitale. Provenivano da tutta Italia e rappresentavano tutte le categorie. «Da varese – racconta Sara G., giovane studentessa varesina – siamo partiti venerdì sera alle 23. Eravamo in tanti, circa 1400 persone, c’era una fila di 27 pullman. Siamo arrivati a Ponte Mammolo a Roma questa mattina (sabato 4 aprile ndr), poi abbiamo preso il metro fino alla Tiburtina, da dove partiva il nostro corteo. Arrivati alla conca del Circo Massimo il colpo d’occhio era emozionante, lì c’era il mondo». Quel mondo” che Guglielmo Epifani sintetizza con una frase lapidaria: «È stata una delle più grandi manifestazioni di sempre».
Sul palco sono saliti e hanno preso la parola un operaio, una pensionata, un immigrato e alcuni precari, mentre i generali Cofferati, Veltroni, Franceschini, Vendola, D’Alema osservavano quel mare di bandiere rosse e palloncini.
« Questa manifestazione – ha detto Epifani – rappresenta quella parte d’Italia che vuole superare la crisi, ma chiede dignità, rispetto verso i propri problemi e la propria condizione. Un messaggio molto positivo, fermo, determinato, con cui però si chiede al governo e alle imprese di fare di più».
Epifani ha toccato tutti I punt che stanno tenendo banco in questi giorni al G20: dal ruolo dei manager, alle nuove regole più etiche necessarie alla finanza, fino a toccare la questione dei paradisi fiscali.
«La crisi economica in corso – ha sottolineato il segretario generale della Cgil – ha posto un problema di moralità. Le classi dirigenti devono uscire dal loro egoismo, dal loro conservare il loro potere, lasciando fuori tutti gli altri. Bisogna invece affrontare i problemi insieme. Non può essere ‘mondo è, mondo sarà’ come diceva il padrone Caradonna a Giuseppe Di Vittorio, più o meno la stessa frase del Gattopardo: "Cambiare tutto perché nulla cambi". La storia del 900 è una storia di sfide a cambiare, a includere, a valorizzare la conoscenza e i sapere, restando tutti insieme per dare risposte a chi oggi non ne ha».
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