Maroni: “Islam, l’integrazione non si fa a Roma”

Stato, diritti e religione al centro del convegno organizzato dalla facoltà di giurisprudenza dell'Insubria. Ospite dell'incontro il ministro dell'Interno

Anche l’integrazione è federalista. Si fa nei territori, nelle comunità, nei luoghi di lavoro. Parola del Ministro dell’Interno Roberto Maroni, ospite questa mattina dell’Università dell’Insubria al convegno di presentazione del volume di Alessandro Ferrari, "Islam in Europa, Islam in Italia tra diritto e società" (edito da Il Mulino). 
Perchè è difficile garantire la libertà di culto ai musulmani? Perchè non esiste uno statuto della comunità islamica in Italia e in Europa? Che ruolo avranno le nuove generazioni nei processi di integrazione?
Le questioni sottoposte al Ministro dal mondo accademico sono tante e articolate. Ma molte non sembrano essere in linea con il suo pensiero: «Parlare di Islam in Italia non significa soltanto discutere sulla realizzazione o meno dei luoghi di culto – ha spiegato Maroni -. Non sono le moschee il problema. La mia priorità è quella di proteggere le minoranze ma anche e soprattutto di tutelare i diritti della maggioranza dei cittadini».
Diritti che secondo il ministro sono legati alla sicurezza e al rispetto delle norme italiane: «Nel nostro paese – ha aggiunto – sono nate moltissime associazioni culturali islamiche dove si fa di tutto: dalla macellazione alle attività notturne. E questo non ha nulla a che fare con la libertà religiosa». 

Stato e religioni – «Lo Stato Italiano ha stipulato accordi con tutte le confessioni presenti in Italia, dalle più diffuse alla Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni – ha incalzato Maroni in risposta a chi chiede nuove intese con le religioni -. Con l’Islam questo è più difficile pechè mancano gli interlocutori». Non basta perciò la Consulta Islamica: «Io non me la sento di convocare un gruppo che esclude l’organizzazione più importante, l’Ucoii, che regola i rapporti sociali ed economici di molti islamici presenti nel nostro paese».
L’integrazione sul lavoro – «Il Nord – ha aggiunto – è anche un esempio di integrazione. La città dove convivono più immigrati è Treviso. Proprio quella del "sindaco sceriffo". La prova che l’immigrazione legale, rispettosa delle regole e legata a un contratto di lavoro è differente e costruttiva».

Il libro – "L’islam – si legge nella presentazione del volume curato da Alessandro Ferrari – ha cambiato la geografia religiosa dell’Europa occidentale. Tuttavia, benché irreversibile, l’integrazione delle comunità musulmane nel "Vecchio continente" conosce tutte le difficoltà e le contraddizioni tipiche dei grandi processi sociali,  che coinvolgono nel profondo sia le pubbliche istituzioni sia i vissuti quotidiani dei singoli. Di qui la tensione tra "antichi" e "nuovi" costumi; fra la "tradizione delle radici" e le sfide del presente cui essa è confrontata. Ma qual è, oggi, il volto dell’islam europeo ed italiano? Quale la situazione dell’islam nella scuola; delle moschee; degli imam? A che punto si trova la prospettiva di un’intesa con lo Stato? Quali sono le esperienze europee che potrebbero rivelarsi più utili nell’affrontare queste ed altre questioni, a cominciare da quelle poste dalle famiglie musulmane? Con un approccio interdisciplinare, i saggi raccolti in questo volume intendono fare il punto della situazione e offrire alcune indicazioni operative per il futuro".

Il convegno è stato organizzato dalla facoltà di giurisprudenza di Como. Sono intervenuti: Giorgio Conetti, rettore vicario dell’Università dell’Insubria, Paolo Branca, docente dell’Università Cattolica, Roberto Mazzola, docente dell’Università degli studi del Piemonte Orientale e Milena Santerini, docente dell’Università Cattolica.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 20 Aprile 2009
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.