Perdichizzi perdona gli arbitri. Pillastrini i suoi uomini
Dopo una partita tiratissima, sorrisi e sportività tra i due allenatori. Il coach di Brindisi si affida al giudizio delle immagini
«Allora, chi ha questa foto?». Giovanni Perdichizzi irrompe sorridente in sala stampa a caccia della foto del tiro di Childress che ha condannato Brindisi alla sconfitta a 1 secondo e 23 centesimi dalla fine. In processione, entrano il suo secondo e un dirigente della squadra. Quella foto è l’unica consolazione, dopo una partita tirata e finita con una beffa. «Gli americani dicono smile – esordisce Perdichizzi -. Complimenti a Varese di cuore perché si porta vicino alla A1. Sono orgoglioso della mia squadra al 200 per cento, ci ha creduto, ha giocato con umiltà». Quel secondo finale e il suono della sirena, però, gli rimbombano nel cervello. «Sfido chiunque a ricevere la palla, fare un palleggio, tirare e fare canestro in un secondo. E’ impossibile, ho visto già le immagini. Giudicate da quelle». Secondo Perdichizzi, per la sua squadra è stata la serata dei record. «Due tiri liberi in 30 minuti. Conosco questi tre arbitri e penso che fossero in buona fede. Nello sport ci sta tutto e ci sta anche questo».Stefano Pillastrini prima di parlare, aspetta un pò più del solito. Giusto il tempo di vedersi sfilare davanti le immagini di Childress e il canestro “last-second” ad asta ormai chiusa. «Partita difficilissima – dice il coach della Cimberio -. Questa era una partita in cui noi avevamo tutto da perdere, perché tutti già prima pensano che la vincerai. Tirando da subito benissimo quattro bombe da tre, ci siamo rilassati. Questo è un errore che una grande squadra non dovrebbe mai fare».
In genere, un buon comandante, quando si sente baciato dalla fortuna, tenta sempre di fare pari e patta con il destino per non sminuire la propria impresa. «Il loro canestro da tre è stato trovato. Il nostro canestro all’ultimo secondo è stato eseguito».
Perdichizzi e Pillastrini si incrociano e si sorridono nel corridoio. Si scambiano un’ultima battuta. Entrambi sanno, però, che hanno qualcosa da recriminare a chi aveva in mano il destino della partita : gli arbitri. L’unica sorpresa sgradita in un PalaWhirlpool pieno come un uovo.
(foto, sopra: Pillastrini discute "pacatamente" con l’arbitro)
In genere, un buon comandante, quando si sente baciato dalla fortuna, tenta sempre di fare pari e patta con il destino per non sminuire la propria impresa. «Il loro canestro da tre è stato trovato. Il nostro canestro all’ultimo secondo è stato eseguito».
Perdichizzi e Pillastrini si incrociano e si sorridono nel corridoio. Si scambiano un’ultima battuta. Entrambi sanno, però, che hanno qualcosa da recriminare a chi aveva in mano il destino della partita : gli arbitri. L’unica sorpresa sgradita in un PalaWhirlpool pieno come un uovo.
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