Basso: “Da adesso all’attacco”. Garzelli: “Avanti così”
Stati d'animo diversi per i due varesini. Ivan non si dispera e rilancia, Stefano giudica fondamentali le ricognizioni fatte sul percorso della crono prima del Giro
Sono diversi gli stati d’animo di Ivan Basso e Stefano Garzelli dopo la lunga e impegnativa cronometro delle Cinque Terre. Ambedue i varesini arrivano stremati a distanza di circa tre quarti d’ora e dopo la conclusione sono presi d’assalto – per motivi diversi – da giornalisti e fotografi.
Il cassanese sceglie di chiudersi per qualche minuto nel camper della Liquigas parcheggiato a 400 metri dalla linea d’arrivo per guardare in tv l’arrivo degli altri uomini di classifica e rilassarsi un po’ dopo una fatica che pareva non avere fine. Poi scende le scalette, sale in ammiraglia e tiene un’improvvisata conferenza stampa dal finestrino accanto al team manager Amadio. «D’ora in poi bisognerà attaccare» spiega senza girare intorno alle parole. «In una crono così lunga e difficile pago un po’ i due anni di assenza dalle corse oltre a quelle discese che non mi si addicono molto. Non è andata benissimo ma neppure troppo male, adesso arrivano le montagne e potrò andare all’attacco». Ivan si toglie il cappello davanti al vincitore Menchov: «E’ andato davvero molto forte così come Leipheimer: oggi loro sono stati i migliori ma non mi butto giù. E penso a dove cominciare a contrattaccare».
Stefano Garzelli invece si siede a terra subito dopo il traguardo, stanchissimo ma sorridente con la maglia verde semi aperta e la schiena appoggiata alla rete metallica che delimita la zona di arrivo. Dopo aver chiesto i tempi il Garzo (arrivato molto prima degli uomini di classifica) non nega la soddisfazione: «L’ho fatta a tutta e sono riuscito a concludere con un bel tempo. Non era facile interpretare una tappa simile: bisogna pedalare per un’ora e mezza al limite delle proprie forze e vi assicuro che non è per nulla facile». Stefano spiega così alcuni momenti chiave: «Per fare un buon tempo bisognava anche rischiare e io in un paio di occasioni mi sono fatto davvero qualche passaggio al limite. Poi però ai 1.700 metri dall’arrivo sono stato sorpreso da un curvone che mi aveva fregato anche quando ho fatto la ricognizione. Purtroppo l’ho preso largo sbagliandolo di nuovo e ho perso qualche secondo». Istanti che comunque non avrebbero cambiato la sua classifica finale.
Fondamentali, per Garzelli, sono state le perlustrazioni al percorso fatte prima del Giro: «Ho provato questa tappa tre volte negli ultimi due mesi e vi posso assicurare che ciò è stato fondamentale per interpretare bene il tracciato. Ora guardiamo avanti pensando sempre alla maglia verde e dando la caccia a una vittoria di tappa: sto facendo un bel Giro guastato purtroppo dall’Alpe di Siusi».
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