La Lega lancia il guanto di sfida
Il Carroccio candida Modesto Verderio. Prima preoccupazione, la sicurezza contro clandestinità e malavita: "Qui c'era il pizzo, e tutti zitti"
La Lega Nord va al voto da sola, candidando a sindaco Modesto Verderio, e ritempra in questo "splendido isolamento" un certo spirito"garibaldino", ci si passi l’espressione. Garibaldino come l’entusiasmo dei candidati consiglieri convenuti oggi, sabato 9 maggio, al bar trattoria da Lucia di via XXIV Maggio, primo storico "covo" della Lega tra Alto Milanese e basso Varesotto seminascosto tra i boschi del Parco Ticino, e oggi affacciato sulla moderna superstrada Malpensa-Boffalora. E il territorio, con l’impatto delle infrastrutture, è una delle preoccupazioni del Carroccio lonatese. Non la prima, però, che è la sicurezza.
La lista leghista include un quadretto vario di umanità lonatese (e non solo) in camicia verde: sorpresa la presenza di Alberto Cattaneo, già assessore al bilancio a Busto Arsizio nel 2006-2008, allora in quota An. Antichi rapporti con l’area lonatese e un nuovo percorso politico lo hanno portato qui a dare il suo contributo alla causa. A capo della lista la segretaria cittadina Sabrina Marino e il consigliere uscente Armando Mantovani. «Nel posto di consigliere comunale ci siamo alternati in quattro» spiega Verderio, «per dare a tutti la giusta esperienza amministrativa». Cinque anni fa la Lega "storica " di Lonate, ricorda il candidato sindaco, si spaccò, con vari elementi passati nelle file del centrodestra berlusconiano. La Lega di oggi è figlia della ricostruzione e vuole essere presente, più che in Comune, «tra la gente, casa per casa, disponibili e presenti».
«Sono un soldato politico, mi hanno chiesto di candidarmi e ho accettato» dice Verderio, presidente del consorzio Arno-Rile-Tenore che gestisce il depuratore di Sant’Antonino. «Se avessimo voluto poltrone sicure, potevamo restare con il PdL (Verderio avrebbe dovuto essere vicesindaco ndr), la sezione e i lonatesi (e la federazione provinciale, senza dubbio, ndr) ci hanno indicato di correre da soli. Del resto per cinque anni non si è fatto nulla di quanto chiedevamo: per questo il nostro programma al 90% è immutato rispetto al 2004. I numeri non giocano a nostro favore, ma questo non fa che stimolarci a far bene». La campagna elettorale sarà delicata e Verderio non si nasconde dietro un dito: «questo per i noti episodi di malavita organizzata venuti allo scoperto con gli arresti delle scorse settimane anche a Lonate. Si tratta di situazioni che avevamo segnalato in consiglio comunale già nel 2005-2006, con mozioni e interrogazioni. C’erano esercenti che dovevano pagare il pizzo o lasciar fare la spesa gratis a certa gente, e tutti zitti, nessuno parlava. Noi abbiamo segnalato i problemi, tutto mentre il sindaco rispondeva che "qui non è il Far West"».
«Un porto di mare»: così Mantovani descrive il territorio lonatese, il terzo per estensione territoriale in provincia dopo Varese e Busto Arsizio, dominato dall’incombere fisico e udibile di Malpensa. Sull’aeroporto, «scelte di convivenza: Lonate non ha ricevuto praticamente nulla finora, dire no e basta non è servito in passato, bisogna dire "sì, a patto che" soldi e infrastrutture arrivino». Difficile udire parole diverse: la presidenza di Sea dopotutto è in quota Lega. In testa ai punti di programma è però la sicurezza. Nel mirino sia la citata presenza malavitosa quanto l’immancabile immigrazione. Prostituzione e occupazione abusiva delle case delocalizzate sono i problemi segnalati. «Non è servita a nulla l’ordinanza del sindaco» contesta Verderio. «Nè le straniere nè le professioniste "storiche" hanno fatto una piega». Fra le richieste più Polizia Locale in paese e nelle frazioni, «e non solo sotto elezioni», e meno a Malpensa a fare multe. Sul territorio, i leghisti dicono no a centri commerciali «e simili schifezze», sì al recupero di zone industriali (e non) dismesse e del centro storico. Su ben più leggere tematiche, poi, una richiesta cara al Carroccio è quella di cartelli stradali che rechino il nome del paese in verace lingua insubre, in assenza di quella padana ancora da inventare: «neanche quelli abbiamo ottenuto dall’amministrazione Gelosa». La Lega è la Lega e non si smentisce. Nemmeno quando Salvini scatena un putiferio a Milano con la proposta di posti per soli milanesi sui mezzi pubblici: «Siamo d’accordo con lui» lo difende Verderio quando lo punzecchiamo sull’argomento, «se si vuole è provocatorio ma concorderebbero in tanti». E l’ultima giustificazione arriva da Mantovani, sventolando "La Padania", lesta a correre in soccorso: «Non hanno fatto lo stesso in Puglia dove governa la sinistra?».
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