Rizzi sui Patti Bilaterali: «L’Italia snellirà le procedure per i lavoratori svizzeri»

Il senatore, stimolato dal segretario della Regio Insubrica annuncia la svolta a breve per il trasporto transfrontaliero delle merci dalla Svizzera all'Italia. Se ne occuperà l'Agenzia delle Dogane su deroga dell'Agenzia delle Entrate




Tra gli invitati al convegno organizzato dalla Regio Insubrica a Ville Ponti sul tema dell’applicazione dei patti bilaterali tra i due stati c’è anche il senatore della Lega Nord Fabio Rizzi, incaricato dal segretario della Regio Insubrica Roberto Forte di stimolare la burocrazia italiana di fronte a quello che sta diventando un vero e proprio problema di rapporti tra due stati. Se per i lavoratori italiani operare in Svizzera è tutto sommato possibile con semplicità pare che non si possa dire altrettanto per i lavoratori svizzeri che vogliono lavorare in Italia. Il senatore stesso conferma le difficoltà ma annuncia che si stanno facendo i passi giusti per superare l’empasse prendendo esempio dagli accordi in deroga al patto Ue fatti da Francia e Germania e il sistema di forfettizzazione attuato dalla Camera di Commercio svizzera nei confronti delle imprese italiane.

«In  Francia e Germania gli scambi funzionano molto meglio. Roberto Forte ha espresso la sua preoccupazione e mi ha chiesto di capire, a livello romano, quali fossero le possibilità per modificare lo status quo. Due le difficoltà principali incontrate dagli svizzeri per venire a lavorare in Italia. La prima è il riconoscimento delle professioni mentre l’altra è più pratica, legata alla difficoltà del trasporto transfrontaliero del materiale alla Svizzera all’Italia. Esistono degli accordi bilaterali ed esiste una lista in Italia delle professioni che sono riconosciute e i metodi di riconoscimento ma non c’è un ufficio centralizzato che li gestisce. Esiste anche un elenco recentemente predisposto dal ministero con i vari recapiti dei vari referenti per le varie professioni».

Quali sono le soluzioni immaginabili per ridurre al minimo burocrazia e inconvenienti? «Il futuro è quello di creare un ufficio unico, non sarà un passo breve dal punto di vista logistico per avere un punto unico di riferimento. Sono più ottimista sul discorso del trasporto di materiali. Il Ministero del Tesoro ha un dipartimento che si occupa di interscambio di mezzi che sta già collaborando con Berna e che ha dato disponibilità a facilitare questo tipo di transito basandosi sull’esempio già portato avanti su alcune zone di confine come tra Francia e Germania in deroga ai patti Ue e per quanto riguarda una normativa interna svizzera che prevede una forfettizzazione dei materiali per il pagamento dei dazi. Tutte le volte che una ditta svizzera viene in Italia per effettuare dei lavori deve subire una serie di controlli e conteggi sul valore del materiale e al relativo pagamento del dazio. Le ditte italiane che vanno in Svizzera vanno alla Camera di Commercio e pagano un forfait. Bisogna rendere bilaterale questo tipo di servizio».

In Svizzera se ne occupa la Camera di Commercio, quale ente in Italia se ne dovrebbe occupare? «In Italia dovrebbe far capo alla Agenzia delle Entrate che logicamente dovrebbe delegare l’Agenzia delle Dogane, in questo caso quella di Varese. La disponibilità del ministero è quasi immediata, una volta recuperata questa documentazione rincontrerò il rappresentante del ministero insieme ad una delegazione svizzera per estendere le direttive basandosi sui due documenti quello transfrontaliero franco-tedesco e quello interno svizzero, già applicato nei confronti dell’Italia».

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Pubblicato il 18 Maggio 2009
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