“Sapevo che era un azzardo, ma ci ho provato lo stesso”
Stefano Garzelli racconta come è nata l'azione che lo ha portato da solo sulla Cima Coppi. Di Luca sereno: "Ho aumentato il margine, ho fiducia per la crono". E su Basso dice: "Attaccherà in salita"
PINEROLO – La lunga fuga di Stefano Garzelli non è passata inosservata al grande pubblico del ciclismo, sempre pronto a stringersi attorno anche agli eroi sfortunati. E non solo i tifosi hanno eletto il varesino a beniamino di giornata al pari del vincitore Di Luca, tanto che il Garzo è stato letteralmente preso d’assalto da cameramen e giornalisti subito dopo il traguardo.
«Oggi ho provato l’azzardo – racconta a caldo lo scalatore di Besano – Purtroppo nella prima parte di gara si era formata una fuga che rovinava i piani della nostra squadra, così l’abbiamo ricucita e i miei compagni hanno lanciato la mia azione. Certo però non pensavo di rimanere subito da solo e per un po’ sono rimasto indeciso. Quando poi sono arrivato ad avere 6’ di vantaggio ho provato ad andare fino in fondo pur sapendo che sarebbe stata durissima».
E per poco Garzelli non è arrivato all’arrivo: «Già… non pensavo di arrivare così vicino all’impresa. Peccato, ma è il ciclismo ed è bello anche per questo. Ora spero di recuperare le gambe per la cronometro dopo la quale deciderò come dovrà proseguire il Giro». E prima di accomiatarsi il varesino – che alla Cima Coppi ha aggiunto il trofeo “Montagna Pantani” promette: «Comunque di tappe che mi piacciono ce ne sono altre, ho solo l’imbarazzo della scelta».
Lunghissima invece la conferenza stampa di Danilo Di Luca che anche a parole dimostra tutta la sua leadership non sottraendosi ad alcun quesito e dando risposte sempre dirette, oltre a un commosso ricordo di Fabio Saccani, il motociclista scomparso in mattinata.
«Quella di oggi era una tappa per me, più simile a una grande classica come la Liegi che non a un tappone del Giro. Conoscevo bene la discesa, ho attaccato lì e nel finale quando ho capito che ormai era fatta ho sentito i brividi ripensando a quel che significa la Cuneo-Pinerolo per la storia del ciclismo».
Sugli avversari, Di Luca dimostra grande rispetto per tutti. «Non è vero che alcuni si nascondono: gente come Menchov e Sastre all’Alpe di Siusi, e cioè quando contava, è rimasta davanti fino alla fine. Lo spagnolo è quello che crescerà di condizione giorno dopo giorno, non è il top a cronometro e la sua corsa sarà parallela a quella di Basso. Ivan attaccherà senz’altro in salita visto che quello è il suo terreno e se ha perso qualcosa oggi è solo per la discesa insidiosa, mentre gli altri stranieri sono molto temibili nella crono. Ora però ho aumentato il distacco e guardo con serenità alle Cinque Terre: fosse una tappa pianeggiante prenderei senz’altro 5’, ma su un saliscendi a questo punto proverò a difendermi per bene. Dopo la crono comunque tracceremo una riga e vedremo come muoverci a seconda della classifica».
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