Da Vedano il termometro per arginare la pandemia

La Tecnimed divenne famosa nel mondo nel 2003 per il termometro che in un secondo misura la temperatura corporea. Dai primi casi in Messico dell’H1N1 prodotti 100mila esemplari

Si erano imposti sul mercato mondiale nel 2003 con l’emergenza data dalla Sars, l’altra influenza che nel 2003 aveva messo in allarme tutto il mondo, provocando diverse vittime soprattutto in Asia. Si tratta della Tecnimed di Vedano Olona che detiene il brevetto del Thermofocus, il termometro che in meno di un secondo misura la temperatura corporea senza toccare il soggetto a cui si misura.
Da quando sono emersi i primi casi in Messico dell’A/H1N1, l’azienda varesina ha ricevuto, ad oggi, un boom di richieste, tanto la raddoppiare la produzione del singolare termometro: «Sono arrivati ordini da Giappone, Hong Kong, Malesia, Indonesia, Singapore e dalla Cina – spiega Francesco Bellifemine, titolare dell’azienda e dei brevetti del Thermofocus -. Si tratta di paesi del mondo asiatico che hanno vissuto dell’esperienza della Sars e che vogliono prevenire un eventuale nuova epidemia. Nei giorni scorsi ho visto come nelle Filippine lo stiano usando anche nelle scuole, non solo in aeroporti, dogane o fabbriche».
 
Lo speciale termometro, aggiornato in questi anni con altri brevetti, può fare anche 10mila rilevazioni in un giorno e misura la temperatura di qualsiasi corpo che emana un calore compreso tra 1 e 55 gradi centigradi. Basta avvicinarlo alla fronte di una persona premendo un apposito pulsante fino a quando la luce dei due led luminosi rossi converge. Un processore elabora le radiazioni a infrarossi insieme alla temperatura ambiente fino a fornire la temperatura del soggetto.
La ditta di Vedano Olona in questi mesi ha già raddoppiato la produzione del 2008, arrivando a produrre e distribuire nel mondo più di 100mila pezzi.
Per ora la Tecnimed ha avuto poche richieste dal mondo occidentale: «In Messico c’è stato qualche problema con il distributore locale. La distribuzione al momento è limitata, ma sta crescendo. Nel 2003 con la Sars non eravamo pronti a soddisfare l’emergenza e non siamo riusciti a evadere tutti gli ordini. Adesso siamo pronti, abbiamo tutta la componentistica. Stanno crescendo gli ordini anche dal mondo occidentale».
 
«Durante la Sars è scoppiato il trambusto – spiega il titolare -, poi fortunatamente l’allarme è rientrato. Sono il primo a sperare che non ci sia una diffusione dell’A/H1N1, ma noi ci stiamo preparando. Se dovesse essere poi solo un allarme, smaltiremo le scorte con i tempi normali. L’A/H1N1 non è molto diverso dalla normale influenza. Ho l’impressione che la situazione sia molto gonfiata. Anche con la normale influenza molta gente muore. I soggetti a rischio sono sempre i più deboli».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Luglio 2009
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