Mian approda a Varese: “Pronto a seguire Pillastrini”
Il 17enne talento ha firmato un contratto triennale con la Cimberio. "Ho tre anni di tempo per diventare un giocatore vero: mi affido al coach e alla società che mi ha fatto una proposta seria". E racconta di quella volta in cui Jordan lo chiamò
Ha mosso al centro Campus i primi passi da biancorosso Fabio Mian, il 17enne di origini goriziane che ha firmato oggi (mercoledì 15) il contratto che per tre anni lo legherà alla Pallacanestro Varese. Non certo un "colpo" di mercato nel vero senso della parola, ma certo un acquisto interessante in chiave futura: Mian è uno dei più forti giovani in circolazione, disputerà gli Europei under 18 con l’Italia pur avendo un anno in meno del limite e si affida in prima persona a coach Stefano Pillastrini per – sono parole sue – «imparare a diventare un giocatore da Serie A».
Maglietta Nike addosso (è il suo sponsor personale), spigliato il giusto, Mian è arrivato al Campus con Max Ferraiuolo e ha conosciuto subito il presidente Claudio Castiglioni, di passaggio in via Pirandello. Qualche foto, qualche saluto (anche con il futuro compagno di squadra Antonelli) e le prime risposte da giocatore della Cimberio dopo aver confessato una simpatia giovanile per la Fortitudo, l’attenzione a Marco Belinelli come tipo di giocatore cui ispirarsi e aver preparato i libri per la scuola. Farà la quarta scientifica al Ferraris: cinquanta metri in linea d’aria dal PalaWhirlpool.
Fabio, come è maturato il suo approdo a Varese?
«Nei mesi scorsi ho ricevuto diverse proposte, ma quella della Cimberio è stata la più concreta fin da quando è arrivata. Altre formazioni mi avrebbero dato l’opportunità di accostarmi alla prima squadra mentre Varese mi ha subito parlato di un posto in roster, con un allenatore come Pillastrini che ritengo sia uno dei pochi in grado di far crescere davvero i giovani. La sua è una presenza decisiva e mi ha fatto piacere che mi abbia parlato direttamente: ho firmato per tre anni e l’obiettivo è quello di diventare un vero giocatore di serie A».
Dal giorno della decisione a quello della firma è passato parecchio tempo. Ci sono stati problemi o intoppi?
«No, nulla di particolare: semplicemente c’era in ballo questa convocazione con la Nazionale. Quando mi hanno chiamato ho visto che era in programma una due giorni di allenamento qui al Campus e abbiamo deciso di firmare in questa occasione».
Lei ha già avuto l’occasione di "conoscere" Varese e il suo palasport in occasione della finale del Barilà. Un bel ricordo, visto che in finale realizzò ben 35 punti?
«Esatto: il Barilà è stata una bella esperienza e mi ha permesso di conoscere un po’ anche Varese. Mi pare una città tranquilla, dove la gente conosce il basket ma non mette necessariamente pressione su un giovane come me che deve imparare. Certo, per il primo anno io voglio muovere i primi passi in Serie A e valutare come confrontarmi con i giocatori di quel livello. Sono pronto a lavorare, e so che soprattutto sul piano fisico avrò molto da fare».
La sua squadra di provenienza, il Cbu Udine, è la medesima che ha formato Gek Galanda, che ci si augura rinnovi a giorni con Varese. Lo conosce già?
«Non di persona, purtroppo, ma solo come grande nome del nostro basket. Spero anch’io di vederlo il prima possibile».
Prima di Varese ci sarà l’avventura con l’Italia: come la sta vivendo?
«Molto bene: l’ho presa come una scommessa perché ho un anno in meno del limite. Non ero certo di essere chiamato, ci ho provato e ritengo che la convocazione sia per me un bel premio. Ora sono felice di essere nei 12 che vestiranno l’azzurro».
In passato ha partecipato al "meeting" per giovani talenti organizzato da Michael Jordan, dal quale sono passati alcuni grandi protagonisti della NBA attuale. Che tipo di esperienza è stata?
«Una cosa bellissima, perché credo che ogni appassionato di pallacanestro abbia come sogno quello di incontrare Jordan. A me è capitato, ho passato qualche minuto accanto a lui e qualche giorno con i migliori ragazzi d’Europa; sono felice che mi sia successo».
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