Sono Gabriele ma vado al massimo come Vasco

Sono le tribute band, veri cloni musicali di rock star e cantanti. Da Ligabue a Vasco Rossi, dai Beatles agli U2 questi gruppi muovono migliaia di persone e molti soldi

Adorare un artista al punto di imitarlo. Studiare ogni sua mossa fino a creare una copia perfetta : ecco cosa sono le Tribute Band. Ben diverse dalle “cover band” che si muovono su un repertorio più ampio, le band tributo nascono dalla forte passione per un unico artista o gruppo e vanno a riproporre in tutto e per tutto il loro «mito» musicale. E la formula funziona.
Le tribute band sono infatti ospiti fissi di locali e feste di paese, dove creano un seguito di pubblico eccezionale. «Riempiono il locale – mi racconta Carlo Ori, direttore artistico del Tartaruga di Villaguardia in provincia Como-. Creano allegria, spettacolo e hanno molto seguito, basta saper scegliere il gruppo giusto».
Vasco e Ligabue sono solo alcuni tra i nomi più usati sui cartelloni dalle band tributo, andando a creare un mercato parallelo a quello che può essere il “live originale”. «I ragazzi che fanno tributi musicali – continua Carlo – spesso sono bravi musicisti, gente che ha dei numeri. Bisogna saper scegliere la band ma alla base c’è sempre la passione per la musica».
Una delle band più conosciute, emuli di Vasco Rossi, sono gli “Asilo Repubblic”. Nata per pura passione verso il cantautore di Zocca, è da dodici anni sui palcoscenici della provincia e non solo. «Per me Vasco è l’unico rocker italiano – dice con un certo orgoglio Gabriele, tastierista del gruppo -. L’ho conosciuto, a Genova, e mi ha detto che noi siamo i migliori».
Molto conosciuto a Varese  sono anche Rentato Franchi e l’"Orchestrina del Suonatore Jones", band che calca i palcoscenici da almeno quindici anni e che arriva a fare oltre cento date l’anno. Nonostante il suo repertorio sia molto vario, sono identificati come una delle band omaggio a Fabrizio De Andrè. «Vogliamo trasmettere al pubblico la passione, la felicità della canzone così come faceva lui. – spiega Renato Franchi – . Abbiamo conosciuto Fabrizio De Andrè tanti anni fa a Rescaldina dove ci si trovava a giocare a boccette e per noi è davvero una stella polare».
Spazio anche ai Beatles con “The Nine o Nine”, un gruppo che ha tutte le caratteristiche per definirsi una Tribut Band. Non solo il repertorio è strettamente legato a quello dei quattro ragazzi di Liverpool ma anche la strumentazione è uguale a quella che usavano John Lennon e compagni perché, come dice il loro leader «cerchiamo di riprodurre le buone vibrazioni che ci hanno regalato».      
Queen, Elvis Presley, Madonna, Abba, Deep Purple, Acd, Jimi Hendrix, tornano dunque a riecheggiare nei locali e se non è possibile avere l’originale, l’importante sembra essere riascoltare quei brani che fanno divertire. Oltremodo oggi, il fenomeno sembra colpire anche artisti che hanno raggiunto la popolarità in tempi più recenti come i Negramaro, Christina Aguilera, Elisa, Le Vibrazioni. Anche in provincia è accaduto qualcosa di simile quando sono nati i “GioDeSfàa e fiò de la Serva”, band tributo a Davide Van De Sfroos. Nata circa un anno fa, ha al suo attivo 50 date all’anno ed è composta da veri e propri fans del cantante laghèe, rientrando in quella che si può definire una vera Tribute Band, tanto che i giovani ragazzi della sponda luinese del Lago Maggiore hanno imparato a cantare in dialetto comasco.
Non mancano i brani inediti che nascono durante il percorso artistico delle tribut band ma che, nella maggior parte dei casi, ricalcano lo stile dell’artista omaggiato. Il successo è comunque assicurato anche se "è la solita musica".

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Tribute Band 4 di 11
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Pubblicato il 21 Agosto 2009
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