“Il Pd che mi immagino è di sinistra e vicino al mondo del lavoro”
Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Partito Democratico, è partito dal'aeroporto varesino per la volata che lo condurrà alle primarie di domenica
Ignazio Marino sbuca tra gli ultimi passeggeri del volo proveniente da Roma. Al gate di Malpensa ad accoglierlo ci sono tutti i sostenitori che in provincia di Varese sono riusciti a traghettare la sua mozione al 16% dei voti tra gli iscritti. Ci sono Vittorio Angiolini candidato per le primarie in Lombardia, Andrea Civati, Livio Frigoli, Federica Di Donato, Ivan Scalfarotto e gran parte dei candidati collegati alle liste della mozione Marino.
Lui, il leader, sbuca dal gate in mezzo a tutti gli altri passeggeri agghindato come uno scolaretto: giacca abbottonata, borsa di pelle e un grosso zaino caricato sulle spalle. Da Malpensa parte la volata che lo condurrà domenica 25 ottobre ai seggi delle primarie del Partito Democratico alla sfida con Pierlugi Bersani e Dario Franceschini per la segreteria del partito.
Allo scalo varesino decide di fermarsi per ascoltare i sindacati dei trasporti e fare il punto sullo stato della crisi, che in questa regione ha colpito forse più che altrove.
Ad accoglierlo alla sede dei sindacati dello scalo aeroportuale ci sono i delegati Cgil, Cisl e Uil e il quadro della situazione che hanno preparato per lui, «drammatico». Riassumono le sigle sindacali, «il numero di cassaintegrati è ormai fuori controllo, la crisi nel nostro territorio si è sommata al crollo di merci e voli in transito da Malpensa, l’aeroporto che era diventato il polmone e cuore pulsante delle nostre aziende si è sgonfiato facendo crollare i livelli occupazionali e le attività di tutto l’indotto. E tutto è stato coperto con un’imbarazzante cappa di silenzio della politica che ci governa e che qui sa di aver sbagliato».
Ignazio Marino è un medico, e in un certo senso potrebbe permettersi un ruolo da outsider, ma «il Partito Democratico che m’immagino io – chiarisce – è un partito di sinistra vicino al mondo del lavoro».Raccoglie quindi al balzo la palla dei sindacati e rilancia. «La mia campagna elettorale è cominciata e finirà tra i nuovi poveri della crisi economica, ovunque nelle fabbriche si respira un’aria di sconfitta. Sono moltissime le persone che perdono il lavoro e in loro ho visto l’incredulità nei confronti di chi dice che la crisi non c’è. La verità è che chi governa non ha più il senso della realtà, perché oggi il nostro paese è stato colpito nei suoi punti vitali». Di Malpensa secondo il senatore «non si parla perché è stata una sconfitta della politica, ma la realtà resta ed è che i voli e il trasporto merci sono crollati. Se anziché annunci inconsistenti e roboanti il governo avesse adottato misure serie non saremmo a questo punto». Un esempio secondo Marino sono gli slot dello scalo aeroportuale, «perché procedono alla loro liberalizzazione? Renderebbero tutto più facile a un aeroporto che ha le risorse e soprattutto le compagnie che sono pronte a lavorarci», e invece «il governo procede per spot, per boutade roboanti come quella dell’abolizione dell’Irap: si tratterebbe di abolire una tassa che porta allo stato 27 miliardi di euro, cosa pensano di fare, toglierla e lasciare implodere la sanità?».
La ricetta di Marino è un’altra, «procedere meno per annunci e indirizzare il sostegno dello stato verso le piccole e medie imprese, cuore pulsante di questo territorio, rivedere gli studi di settore che sono ancora impostanti ai livelli pre-crisi, rivedere l’Iva di cassa, le imprese non possono anticipare un’Iva che ancora non hanno, e soprattutto evitare che le pmi siano la cassa delle grandi imprese. Si deve passare per questa strada per rilanciare l’economia».
Poi prima di partire torna a bomba sulla sua candidatura alla segreteria del partito, «la differenza tra me, Bersani e Franceschini? Loro sono tutte persone serie ma sono schiave delle loro correnti, parlano di rinnovamento ma poi candidano Bassolino e Loiero, non sono proprio l’esempio di cui parlano ai lori incontri. Io invece voglio un partito laico, contro le discriminazioni, unito e capace di parlarei ad una voce sola dei problemi che veramente interessano il nostro paese».
Poi Marino parte per Lecco, lo aspettano ancora Pavia e Milano. Domani invece arriva Bersani. Domenica si vota.
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