Progetti AgustaWestland, via libera dall’Ue
Le misure previste dall'Italia in favore di due progetti di ricerca relativi a elicotteri riguardano interessi fondamentali dello Stato in materia di sicurezza, quindi sono compatibili con le regole Ue
Le misure previste dall’Italia in favore di due progetti di ricerca relativi a elicotteri intrapresi dall’Agusta (A139 e BA609), sono di carattere militare e riguardano interessi fondamentali dello Stato in materia di sicurezza. Quindi sono compatibili con le regole europee sugli aiuti di Stato, e perciò la Commissione europea ha chiuso l’indagine in corso da alcuni anni, dando il via libera ai progetti.
Nel 2003, in seguito ad una denuncia, la Commissione aveva infatti avviato un’indagine formale in relazione a sei progetti italiani di ricerca e sviluppo nel settore aeronautico, dei quali si temeva l’incompatibilità con le norme comunitarie in materia di aiuti di stato per progetti di ricerca e sviluppo. Nel giugno 2005, la Commissione ha esteso il raggio d’azione dell’indagine prendendo una prima decisione nel marzo 2008. L’Italia ha concesso prestiti agevolati a tasso zero per un ammontare di oltre 450 milioni di euro a fronte di diciassette progetti individuali di ricerca e sviluppo, ma nessuno di questi prestiti è stato notificato alla Commissione, come è invece previsto dalle norme comunitarie. Il rimborso dei prestiti in questione è stato nel frattempo soddisfatto.
Ora il via libera, causato dalla "motivazione militare": ma le misure hanno però ripercussioni anche sul mercato civile degli elicotteri, e su questi aspetti occorre un ulteriore sforzo di collaborazione tra le autorità europee e italiane. Il commissario europeo per la Concorrenza Neelie Kroes ha dichiarato: «L’Italia ha dimostrato che i due progetti di ricerca relativi a elicotteri sono di carattere militare. Tuttavia, sono state riscontrate alcune distorsioni della concorrenza nel mercato degli elicotteri civili. Accolgo con favore la collaborazione dell’Italia nell’esame comune delle condizioni, alle quali tali misure possono essere rese conformi alle norme sancite dal trattato CE».
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